4° Domenica dopo Pentecoste

(Rm 8,18-23;   Lc 5,1-11)

6 luglio 2014

Questo brano di Vangelo ci ha narrato un episodio bellissimo della vita di Gesù e della vita degli apostoli; un episodio che alimento la fiducia e la speranza, perché ci ha fatto vedere una moltitudine di pesci là dove pesci proprio non ce n’erano; simbolo di Gesù che è capace di rendere ricca di bene la nostra vita anche quando essa ci sembrasse sterile e infeconda.

Ma devo dire che già la prima riga, l’incipit, di questa pagina di Vangelo, mi ha colpito e mi ha come inchiodato a sé, tanto che non sono stato capace di allargare la riflessione alle righe seguenti. L’incipit dice: “Mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù…”.

Mi ha colpito e mi ha fatto impressione quel: “mentre la folla gli faceva ressa”, il “fare ressa” attorno a Gesù da parte della gente. E mi sono chiesto: io faccio ressa attorno alla persona di Gesù?

Mi è venuta subito anche un’altra domanda: la gente, il mondo d’oggi, fa ressa attorno a Gesù? E mi è affiorata alla mente la ressa dei tifosi dentro gli stadi per assistere ad una partita di calcio; la ressa di giovani al concerto di un famoso cantante; la ressa di persone ad una manifestazione sindacale o politica.

La gente di Palestina – dice il Vangelo – faceva ressa attorno a Gesù; lo cercava, lo inseguiva, gli si stringeva attorno; percepiva che in lui c’era salvezza. L’evangelista Marco dice che la gente addirittura gli si gettava addosso per toccarlo ed avere guarigione; e che un giorno Gesù dovette chiedere una barca ed insegnare dalla barca, per non essere schiacciato dalla folla a cui stava parlando sulle rive del lago di Genezareth (Mc 3,9-10). E io, faccio ressa attorno alla persona di Gesù?

Fargli ressa vuol dire dargli tempo, stare con lui; vuol dire cercarlo, desiderarlo; desiderare la sua parola; desiderare di conoscere il suo pensiero; desiderare di vivere alla sua presenza; sforzarsi di non perderlo di vista durante la giornata.

E mi sono chiesto: “ma che cosa sta alla base della scelta dell’oggetto, della persona, della realtà attorno al quale una persona decide di fare ressa?” E mi è venuto da rispondere: “dipende dal desiderio che la persona ha nel cuore; dipende dall’interesse prevalente che essa porta dentro di sé”. Da questo dipende ciò attorno a cui una persona decide di fare ressa.

Se l’interesse prevalente di una persona è questo mondo, questa vita terrena, ed è – alla fin fine – l’accontentamento di se stessa, quella persona farà ressa attorno alle cose di questo mondo, a ciò che la può accontentare e soddisfare secondo gli schemi di questo mondo: il denaro, il potere, il piacere.

Se una persona invece ha come prevalente dentro di sé il desiderio della salvezza della propria anima, il desiderio di essere per sempre felice in paradiso, il desiderio di dare a Gesù una risposta d’amore all’amore infinito che egli ci ha portato e ci porta; se una persona ha la chiara coscienza di essere bisognosa, povera, spiritualmente malata, incapace di fare, con le sue sole forze, il bene, allora quella persona farà ressa attorno a Gesù; lo pregherà, lo invocherà, lo supplicherà, lo stringerà a sé, non lo lascerà più andare via; farà di tutto per non perderlo e per non staccarsi da lui. Dipende da ciò che cerchiamo con il cuore.

Che bello se ci fosse ressa nelle nostre chiese per incontrare Gesù e mettersi sulla sua strada! Se ci fosse ressa attorno ai confessionali col desiderio di cambiare vita! Se ci fosse ressa attorno alla Parola di Dio per farne la regola del cammino! Il mondo sarebbe diverso; gli animi sarebbero più buoni, più disposti al bene; e la pace e la concordia sarebbero grandi sulla terra, perché solo da Dio viene il bene, la pace e la salvezza.

Cerchiamo almeno noi, che oggi abbiamo incontrato questo Vangelo, di stringerci tanto attorno alla persona di Gesù, di fare ressa attorno a lui; e non manchi la nostra preghiera perché tutti gli uomini, tutto il mondo, faccia di più ressa attorno al Salvatore.

 Don Giovanni Unterberger

 

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