4° Domenica del Tempo ordinario

(Dt 18,15-20;   1Cor 7,32-35;   Mc 1,21-28)

Duomo di Belluno, sabato 31 gennaio 2015

In ogni villaggio di Israele, il sabato, la gente si riuniva in sinagoga: lodava il Signore, ascoltava le Sacre Scritture. Cafarnao doveva aver una sinagoga ampia e spaziosa, perché grande e popolosa era la città di Cafarnao. Gli scavi del secolo scorso lo hanno mostrato.

Quel sabato, in quella sinagoga, accadde qualcosa di imprevisto; di imprevisto e di sconcertante; di imprevisto e di impressionante: un indemoniato fu liberato da Satana. Tra i fedeli in sinagoga, quel giorno, c’era Gesù. Anche Gesù, il sabato, andava in sinagoga. La presenza di Gesù, quel sabato, scatenò l’ira di Satana. Satana possedeva un uomo, e alla presenza di Gesù Satana si mise ad urlare, ad agitare quell’uomo, a gettarlo a terra, a straziarlo, fino a fargli del male. Satana non potè sopportare la presenza di Gesù, e gridò: “Che centri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci!

Noi non siamo indemoniati, Satana non ha preso casa in noi; eppure capita anche a noi alle volte di dire con la vita (non con le parole ma con la vita, con i comportamenti): “Gesù Nazareno, che centri con noi?” Ogni volta che la pensiamo come la pensa il mondo; ogni volta che agiamo e progettiamo senza riferirci a lui; ogni volta che pecchiamo e ci allontaniamo dalla sua legge, noi teniamo Gesù lontano da noi; è come se dicessimo: “Tu con noi, Gesù, non centri”. E invece abbiamo tanto bisogno che Gesù centri con la nostra vita! Egli è salvezza, armonia, ordine, pace alla nostra vita!

E’ significativo il grido di Satana: “Sei venuto a rovinarci!” Sì, Gesù è venuto a rovinare l’opera di Satana; ma non è venuto a rovinare l’uomo. E’ venuto invece a salvare l’uomo! La fortuna dell’uomo è far centrare Gesù con la propria vita.

Qualche giorno fa ricorreva la memoria liturgica di una ragazza cilena di tredici anni, la beata Laura Vicuna, beatificata da papa Giovanni Paolo II nel 1988. Laura era nata nel 1891; a due anni rimase orfana del padre. La mamma, per avere di che vivere, si mise al servizio di un proprietario terriero che, a forza, la prese a propria compagna. Questa unione, non regolare, impediva alla mamma di Laura di accostarsi ai Sacramenti; e Laura il giorno della sua Prima Comunione, con grande sofferenza perchè la mamma non fece la Comunione con lei, offrì la propria vita al Signore affinchè la mamma rompesse la relazione irregolare e tornasse a ricevere i Sacramenti.

Il convivente della mamma insidiò più volte la virtù di Laura che, ancora giovanissima, a undici anni, si era donata tutta al Signore col voto di castità; le resistenze e i dinieghi di Laura attirarono l’odio dell’uomo, che arrivò più volte a picchiarla.

Laura si ammalò, e, in breve tempo, giunse vicino a morire. Il giorno prima di morire confidò alla mamma: “Mamma. io muoio. Sono due anni che ho offerto la mia vita a Gesù per te, perché tu ritorni alla fede e a ricevere i Sacramenti. Morirò sapendo che lo farai?” La mamma, in lacrime, le promise di cambiare vita, e Laura allora disse: “Grazie, Gesù! Grazie, Maria! Ora muoio contenta!” In occasione del funerale la mamma tornò ad accostarsi ai Sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia.

Laura, ragazza di tredici anni, aveva fatto centrare Gesù con la sua vita. L’aveva fatto centrare, e la sua vita era diventata bella, buona, un capolavoro…..! Accade così, quando facciamo centrare Gesù con noi, con i nostri pensieri, con i nostri affetti, con le nostre azioni, con le nostre scelte, con le nostre giornate. Gesù è solo luce, è solo forza, è solo consolazione, richiamo, spinta al bene, santificazione. Gesù, quanto più lo facciamo centrare con noi, tanto più ci porta del bene, ci porta al bene.

Satana disse: “Che centri con me, Gesù Nazareno?” Noi diciamo: “Gesù, tu centri con me; io voglio che tu centri con me! con tutto di me! Nulla voglio fare senza che tu centri con ciò che faccio!”

Satana disse: “Tu, Gesù, sei venuto a rovinarmi!” Noi diciamo: “Tu, Gesù, sei venuto a salvarmi. Tu mi salvi! E io ti voglio nella mia vita”.

Questa voce è stata pubblicata in Omelie di Don Giovanni. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.