L’ordine sacro

 

Qualcuno ha detto, e a ragione, che l’ordine che vige nel cosmo può essere definito ‘santo’. Santo in quanto deriva ed è stato pensato e fissato dal Santo, da Dio che è santo. Dio ha provveduto anche ad un altro ordine, un ordine che viene ad aggiungersi all’ordine del cosmo e che si situa su di un piano spirituale; provvede al bene spirituale delle persone. È l’Ordine sacro.

L’Ordine sacro è un gesto con cui la Chiesa, per opera di Dio, pone chi lo riceve in uno ‘staus’, in una condizione particolare; configura chi riceve l’Ordine sacro a Cristo Gesù, a Cristo capo nella Chiesa.

Gesù nella sua vita terrena compì particolari gesti: insegnò, battezzò, unse con olio i malati, perdonò i peccati, consacrò il pane e il vino trasformandoli nel suo corpo e nel suo sangue. Egli trasmise il potere di porre questi suoi gesti ai dodici apostoli, i quali, a loro volta, li trasmisero ad altre persone, e queste persone ad altre persone ancora, e così si perpetuarono e continuano nei secoli i gesti di Gesù, il sacerdozio di Cristo.

Il Sacramento dell’Ordine sacro si articola in tre gradi: il vescovo, il presbitero (comunemente chiamato sacerdote) e il diacono. Il vescovo assomma in sé tutti i poteri di Cristo, il potere di insegnare, di santificare e di reggere il popolo di Dio. Tali poteri vengono partecipati dal vescovo, in misura diversa, al presbitero e al diacono.

Il sacerdote è una persona particolarmente utile al mondo; è una persona che mette a disposizione dell’uomo i doni di Dio, continuando l’opera di salvezza introdotta tra gli uomini da Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo. Vertice della sua opera è la predicazione della Parola del Signore, parola di verità; il perdono dei peccati nel Sacramento della Riconciliazione; la consacrazione del pane e del vino nel corpo e nel sangue di Cristo, viatico nel cammino della vita e farmaco di immortalità.

San Francesco d’Assisi diceva: “Se io incontrassi un angelo e un sacerdote, saluterei prima il sacerdote, perché egli è un altro Cristo”. Infatti il sacerdote, nella propria persona, rende particolarmente presente Cristo in mezzo al popolo di Dio. Sant’Agostino afferma: “Quando un sacerdote battezza, è Cristo che battezza; quando un sacerdote perdona i peccati, è Cristo che perdona i peccati; quando un sacerdote consacra il pane e il vino, è Cristo che trasforma il pane e il vino nel proprio corpo e nel proprio sangue. Il sacerdote agisce ‘nella persona di Cristo’, è ‘un altro Cristo’ ”. Grande è la dignità del sacerdote! E grande è la sua responsabilità!

La Chiesa e l’umanità hanno bisogno di sacerdoti, e di sacerdoti santi, secondo il cuore di Dio. Gesù nel Vangelo esorta a chiedere a Dio la grazia di numerosi sacerdoti: “Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore. Allora disse ai suoi discepoli: ‘La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!’ ” (Mt 9,36-38). San Giovanni Bosco diceva: “Il più grande dono che Dio possa fare ad una famiglia è un figlio sacerdote”.

Accanto alla preghiera per ottenere nuove vocazioni sacerdotali non deve mancare, nel popolo di Dio, la preghiera per i sacerdoti già esistenti. Enrico Medi disse: Quando penso
a quello che i sacerdoti fanno per noi, ho la certezza che qualunque ricompensa sia inadeguata. Il nostro ‘grazie’ più vero consiste nel pregare per loro e nel sostenerli con la nostra amicizia”
.

Del consacrato con l’Ordine sacro, vescovo, sacerdote e diacono, fu scritto:

Vive ed opera nel mondo, ma non appartiene al mondo.

È figlio di uomini, ma ha l’autorità di renderli figli di Dio.

È povero, ma ha il potere di comunicare ai fratelli ricchezze infinite.

E’ debole, ma rende forti i deboli col pane della vita.

È servitore, ma davanti a lui si inginocchiano gli Angeli.

È mortale, ma ha il compito di trasmettere l’immortalità.

Cammina sulla terra, ma i suoi occhi sono rivolti al cielo.

Collabora al benessere degli uomini, ma non li distoglie dalla meta finale che è il Paradiso.

Può fare cose, che neppure Maria e gli Angeli possono compiere: celebra la S. Messa e perdona i peccati.

Quando celebra ci sovrasta di qualche gradino, ma la sua azione tocca il cielo.

Quando assolve rivela la potenza di Dio che perdona i peccati e ridona la vita.

Quando insegna  propone la Parola di Gesù: “Io sono la Via, la Verità e la Vita”.

Quando prega per noi il Signore lo ascolta, perché lo ha costituito “Pontefice”, cioè ponte di collegamento tra Dio e i fratelli.

Quando lo accogliamo diventa amico sincero e fedele.

E l’uomo più amato e più incompreso; il più cercato e il più rifiutato.

E’ la persona più criticata, perché deve confermare con il suo esempio l’autenticità del messaggio.

E’ il fratello universale, il cui mandato è solo quello di servire, senza nulla pretendere.

Se è santo, lo ignoriamo; se è mediocre, lo disprezziamo.

Se è generoso, lo sfruttiamo; se è ‘interessato’, lo critichiamo.

Se siamo nel bisogno, lo assilliamo, se vengono meno le necessità, lo dimentichiamo.

E solo quando ci fosse sottratto comprenderemmo quanto ci fosse indispensabile e caro.

Ringraziamo il Signore Gesù che ha voluto nella sua Chiesa l’Ordine sacro!

 

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