22° Domenica del Tempo ordinario (forma ordinaria)

(Dt 4,1-2.6-8;   Giac 1,17-18.21b-22.27;   Mc 7,1-8.14-15.21-23)

Duomo di Belluno, sabato 29 agosto 2015

Gesù dovette combattere una grande battaglia contro la religiosità del suo popolo, contro il modo in cui Israele, al suo tempo, viveva la religione.

Il centro, il cuore della religione ebraica era buono, anche se ancora imperfetto e bisognoso della novità, della ricchezza e del perfezionamento che Cristo gli avrebbe apportato. Ma quel cuore era stato soffocato e come sepolto da una miriade di prescrizioni, leggi e leggine fissate da scuole di maestri e di rabbini lungo i secoli, che avevano finito per fermare quel cuore, ed averlo fatto come dimenticare. Gesù voleva riportare alla luce quel cuore.

Agli scribi e ai farisei che gli contestavano il fatto che i suoi discepoli si mettevano a tavola senza le abluzioni di rito, Gesù rispose deciso che non erano quelle abluzioni a purificare veramente la persona, ma che la purità di una persona , la purità vera, quella profonda, era da ricercare altrove, era da costruire altrove: non nell’esteriorità della persona, ma nella sua interiorità, nel suo animo, nella sua vita.

Esteriorità ed interiorità, grande questione. Molte volte Gesù affrontò questo tema, questo problema, e quasi sempre in contraddittòri con gli scribi e i farisei. Ad essi, ad esempio, disse: “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell’anèto e del cumino, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Guai a voi che pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, mentre all’interno sono pieni di avidità e di intemperanza. Voi assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. Così anche voi: all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità” (Mt 23,23-28).

Esteriorità ed interiorità. Dobbiamo riconoscere che la società di oggi tende molto a dare importanza all’esteriorità: al vestito, all’età, all’avvenenza di una persona, al suo saper parlare, al grado sociale che occupa, al suo potere, alla sua ricchezza. E il cuore viene dimenticato. Dice la Bibbia: “L’uomo guarda l’apparenza, Dio guarda il cuore” (1Sam 16,7).

Ci si tiene ad essere vestiti bene, all’ultima moda; san Paolo dice: “Rivestitevi del Signore Gesù Cristo” (Rm 13,14); “rivestitevi di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza” (Col 3, 12). Ecco il vestito interiore, il vestito bello del cuore. Ci si tiene ad essere profumati; san Paolo dice: “Voi siete il profumo di Cristo” (2Cor 2,15); siatelo con la vostra vita. Questo è il vero profumo del cuore, che sparge profumo buono nel mondo. Ci si tiene ad essere considerati, stimati, si va in cerca e ci si sforza di essere più degli altri per sentirsi qualcuno; san Paolo esorta: “Non fate nulla per spirito di rivalità o per vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso” (Fil 2,3); e Gesù dice: “Chi si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato” (Lc 14,11). Ecco il cuore veramente grande: è il cuore umile. Così fu il cuore di Gesù; così fu il cuore di Maria.

Gesù agli scribi e ai farisei di quel giorno raccomandò, e raccomanda ai suoi discepoli di tutti i tempi, di far conto del cuore. E dice: “Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, malvagità, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Queste cose vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo”. E, d’altra parte, noi possiamo dire: dal cuore dell’uomo, con la grazia di Dio, possono uscire anche cose buone, quelle, ad esempio, che san Paolo enumera nella lettera ai Galati: “amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé” (Gal 5,22).

Ecco dunque l’insegnamento e l’invito di Gesù: “Prendetevi cura del vostro cuore. Sì, sia in ordine, lindo, pulito, ornato anche il vostro esterno. Io sono contento che sia bello e splendente tutto il vostro essere, tutto di voi; ma soprattutto sia bello e splendente il vostro cuore. Perché voi siete soprattutto il vostro cuore.”

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