3° Domenica di Quaresima (forma straordinaria)

Clicca qui per scaricare l’omelia

3° Quaresima Straordinaria

(Ef 5,1-9;   Lc 11,14-28)

Belluno, chiesa di s. Stefano, 28 febbraio 2016

Poteva forse esserci un travisamento più grande, più profondo e più assurdo della persona di Gesù di quello che abbiamo sentito ora nel Vangelo? Gesù detto indemoniato; Gesù accusato di cacciare i demoni facendosi aiutare da Beelzebul, il capo dei demoni; Gesù appartenente al regno di satana, in combutta con lui…. Ma come fu possibile? come poterono gli scribi e i farisei pensare una cosa del genere di Gesù? Di Gesù che apparteneva totalmente e fino all’ultima fibra del suo essere a Dio, al mondo di Dio; di Gesù, che era Dio lui stesso! Tanto può errare e andare fuori strada il pensiero e il cuore degli uomini!

Gesù era tutto di Dio, gli apparteneva fino in fondo. I Vangeli ci dicono che Gesù nulla diceva se non quello che sentiva dire dal Padre: “Come mi ha insegnato il Padre, così io parlo” (Gv 8,28); nulla faceva se non quello che vedeva fare dal Padre: “Quello che il Padre fa, anche il Figlio lo fa” (Gv 5,19). Gesù nulla faceva da sé, in autonomia, ma era tutto obbedienza al Padre. La sua volontà era la volontà del Padre: “Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato” (Gv 4,34); “Sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà del Padre che mi ha mandato” (Gv 6,38). Gesù era tutto relativo al Padre; non apparteneva certo al regno di satana! non si muoveva certo nella sua sfera! Pur tentato da satana, come nei quaranta giorni nel deserto, Gesù era tutto e solo di Dio.

L’appartenenza a Dio è la grande meta anche per noi, il grande e santo modo di vivere la vita; il modo buono, giusto e salvifico di impostare e trascorrere l’esistenza. L’uomo è continuamente nella lotta e nel contrasto tra due appartenenze. Non solo l’uomo singolo, ma il mondo intero, l’umanità intera è dentro questa lotta, dentro questo confronto. Assistiamo nel mondo a meravigliosi e straordinari gesti di carità, come quello delle sei suore della Congregazione delle Poverelle, che nel 1995 scelsero consapevolmente di affrontare il rischio di morire curando i malati di ebola in Congo, e morirono l’una dopo l’altra, dando la vita per i fratelli per amore di Cristo; o a gesti di generoso perdono come il gesto di quella donna cristiana a cui l’Isis uccise due figli e che disse: “Se incontrassi per strada chi ha ucciso i miei figli, lo inviterei in casa mia a pranzo con me”. E insieme assistiamo nel mondo a violenze, a guerre, a stragi, a cattiverie terribili e orribili. C’è un mondo che appartiene a Dio, e c’è un mondo che appartiene a satana. Due mondi che si combattono, che si sfidano, che si affrontano, che si contendono l’umanità.

Dentro ogni uomo c’è questa lotta, questo combattimento, questo confronto. L’uomo deve decidere, decidere se appartenere a Dio o se appartenere a satana. E’ la decisione di ogni istante di vita. Ogni volta che noi amiamo, che noi perdoniamo, che noi serviamo, che noi ci prendiamo cura del debole, che noi facciamo la volontà di Dio, che lo preghiamo, noi apparteniamo al Signore; ogni volta che siamo egoisti, che accontentiamo le nostre cattive passioni, che offendiamo il fratello, che gli facciamo del male, noi apparteniamo a satana.

Ecco la quaresima, tempo di lotta, tempo di uscire da un’appartenenza cattiva per entrare ed immergerci nell’appartenenza buona, quella di Cristo, quella del Signore Gesù; appartenenza che ci dà vita, ci dà serenità, ci dà virtù. Ci aiuti il Signore in questa lotta; ci aiuti con la sua grazia, con la forza dei suoi sacramenti, con la sua invincibile onnipotenza. Ci attiri egli stesso nell’appartenenza a sé.

don Giovanni Unterberger

Questa voce è stata pubblicata in Omelie di Don Giovanni. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.