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( Lc 19, 28-40; Is 50,4-7; Fil 2,6-11; Lc 22,14 – 23,56)
Duomo di Belluno, sabato 19 marzo 2016
e chiesa di s. Stefano, domenica 20 marzo 2016
Abbiamo ascoltato la narrazione della Passione del Signore. Essa dalla mente ci è scesa nel cuore, e ce lo ha riempito di compassione, di amore a Gesù, di riconoscenza, di dolore per i nostri peccati causa e motivo di quella Passione.
Sotto la croce i sommi sacerdoti e gli scribi insultavano Gesù, lo schernivano, lo deridevano, gli dicevano: “Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso!” (Lc 23,37); “E’ il re di Israele, scenda ora dalla croce!” (Mt 27,42). Gesù era davvero ‘re’, re d’amore; re capace di dare la vita in un supplizio atroce e dolorosissimo per nulla meritato, fattogli piombare addosso con violenza e con menzogna. Un re che sopportò tutto per noi.
Durante l’interrogatorio, Pilato che aveva davanti a sé Gesù con le mani legate e la corona di spine in capo, e aveva davanti a sé la folla inferocita dei Giudei, chiese alla folla: “Che farò del vostro re? Metterò in croce il vostro re?” (Gv 19,15). “Crocifiggilo!”, rispose quella folla. Davanti a noi sta la stessa domanda: “Che farò del vostro re?”
Oggi, domenica delle Palme, noi facciamo memoria e celebriamo l’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme. Gesù, seduto su di un asinello, entrò da re nella città santa. “Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore!” (Lc 19,38), gridava la gente festante, stendendo i mantelli sulla strada al suo passaggio e agitando ramoscelli di ulivo in mano.
Noi vogliamo essere quella folla. Non vogliamo essere la folla del “Crocifiggilo!”; vogliamo essere la folla dell’ “Osanna!” La Gerusalemme simbolica che è il nostro cuore e la nostra vita vuole essere una città aperta ad accogliere il Signore, a lasciarlo regnare su di noi, a fargli prendere possesso di tutto ciò che siamo. Egli è un re buono, che viene a donare, che viene a salvare.
Vieni, Gesù, re d’amore, il nostro cuore è per te!
don Giovanni Unterberger