7a domenica dopo Pentecoste (forma straordinaria)

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(Rm 6,19-23;  Mt 7,15-21)

Belluno, chiesa di s. Stefano, 3 luglio 2016

C’è una frase nel Vangelo di Matteo che fa molta impressione. Gesù dice: “Sorgeranno molti falsi profeti e inganneranno molti; e per il dilagare dell’iniquità, l’amore di molti si raffredderà” (Mt 24,11). Non sappiamo se oggi i falsi profeti siano più numerosi di una volta, e se oggi l’iniquità stia dilagando di più che nei tempi passati. Ogni epoca della storia ha avuto i suoi falsi profeti, e in ogni epoca della storia l’iniquità è stata grande e molta.  Già l’apostolo san Giovanni, attorno al 90 d.C., scriveva nella sua prima lettera: “Carissimi, non prestate fede a ogni ispirazione, ma mettete alla prova le ispirazioni, per saggiare se provengono veramente da Dio, perché molti falsi profeti sono comparsi nel mondo” (1Gv 4,1). Già allora; già agli albori del cristianesimo c’erano dei falsi profeti!…

Certo, dobbiamo tuttavia dire che le parole di Gesù: “Sorgeranno molti falsi profeti e inganneranno molti; e per il dilagare dell’iniquità, l’amore di molti si raffredderà”sono parole che si addicono fortemente al nostro tempo di oggi; ne sono la fotografia. E’ sufficiente dare uno sguardo, anche sommario, al nostro mondo per vedere quanti falsi profeti, quanti maestri di proposte e di vie sbagliate montino in cattedra e seducano le persone; non ci vuole molto per constatare che davvero c’è un dilagare dell’iniquità nel mondo, un dilagare di violenza, di falsità, di immoralità; e basta poco per notare, con sofferenza, che l’amore di molti si è raffreddato, che il fervore della vita spirituale e della sequela di Cristo è sensibilmente diminuito. “Il Figlio dell’uomo quando verrà -dice Gesù- troverà la fede sulla terra?” (Lc 18,8).

Nel Vangelo di oggi Gesù ci ammonisce: “Guardatevi dai falsi profeti; state attenti a non lasciarvi ingannare; fate attenzione a chi seguite; considerate i loro frutti”. Occorre vigilare; occorre vagliare. “Io sono la verità”, dice Gesù (Gv 14,6); e: “Uno solo è il vostro Maestro, il Cristo”, egli dice ancora (Mt 23,10). E’ lui da seguire; è lui da seguire con determinazione e generosità.

“Per il dilagare dell’iniquità l’amore di molti si raffredderà”. Il male, il vizio, l’errore tendono a dilagare e ad espandersi, come un’infezione; e l’amore per Dio, il servizio di lui, l’osservanza della sua legge rischiano di diminuire, di venire meno. Occorre reagire; occorre difendersi da tale cattivo contagio. Studiando la storia ci si imbatte in periodi storici colpiti e segnati dalla piaga della peste. La peste è una malattia contagiosa, pericolosa, che porta alla morte; e molti furono gli uomini che morirono a causa della peste. L’iniquità di cui parla Gesù è una specie di peste; è una peste spirituale, che non colpisce direttamente il corpo ma colpisce l’anima; e non è meno pericolosa e meno dannosa della peste del corpo, perché colpisce la parte più importante dell’uomo.

La reazione vera consiste nel coltivare la virtù e il fervore, nel non permettere che l’amore verso Dio si raffreddi. Si reagisce al male più che andando contro il male, coltivando il bene. Le tenebre si vincono accendendo e tenendo viva una fiamma, una luce. Ecco il nostro compito, il compito che ci assegna Gesù: vigilare per non lasciarci ingannare dai falsi profeti, e conservare fervente l’amore al Signore.

Allora, non contaminati dall’iniquità, cioè dalla mentalità e dal modo di vivere del mondo, e affezionati a Cristo, fedeli a lui unico maestro, noi saremo “sale della terra e luce del mondo” (Mt 5,13-14); saremo una benedizione per il mondo.

don Giovanni Unterberger

 

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