3^ domenica di Pasqua (forma ordinaria)

Jam van Orley – La pesca miracolosa – 1716-30

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(At 5,27b-32. 40b-41;   Ap 5,11-14;   Gv 21,1-14)

Duomo di Belluno, 5 maggio 2019

All’alba di quel mattino, dopo una notte di lavoro senza risultati, stanchi e con le reti e la barca senza pesci, Pietro, Tommaso, Natanaele, Giacomo e Giovanni, e gli altri due apostoli, saranno stati di cattivo umore, delusi; forse anche un po’ arrabbiati e con poca voglia di parlare. Se una cinepresa avesse potuto riprendere i loro volti, li avrebbe colti tesi, corrugati, corrucciati. Ma quei sette uomini non immaginavano ciò che stava loro per capitare.

Sulla riva del lago vedono un uomo; strano, s’è appena fatto giorno, e cosa fa lì, quell’uomo, sulla riva del lago, da solo, senza una canna da pesca in mano, o altro, che possa manifestare le sue intenzioni? Cosa vuole? Chi cerca? Cercava loro, quell’uomo! Era Gesù risorto che cercava i suoi amici, i suoi apostoli.

Dice loro: “Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete”. Altra sorpresa: gettare la rete dalla parte destra. Solitamente i pescatori gettano la rete dalla parte sinistra della barca per pescare: viene loro da fare così, a meno che non siano mancini; e quell’uomo dice: “gettate la rete dalla parte destra”; chiede di fare una cosa diversa, e addirittura contraria a quella solita e usuale, e una cosa che costa maggiore fatica. Ma chi è quell’uomo?

Avvenuta la pesca miracolosa, l’apostolo Giovanni esclama: “E’ il Signore!”. Lo riconosce lui per primo. “E’ dell’amore, conoscere -osserva sant’Agostino commentando questo testo- conosce di più chi più ama”. Giovanni amava Gesù, aveva intessuto con lui un rapporto di affetto particolare, fino a posargli il capo sul cuore durante l’Ultima cena. Ora è lui il primo a riconoscerlo. Gli altri apostoli lo avrebbero riconosciuto? Forse sì, probabilmente sì, anche se il Vangelo non lo dice.

A noi da ciò viene una domanda: ‘Io amo davvero Gesù? Non è, per caso, che io lo vedo poco nelle mie vicende, nelle mie giornate, in ciò che mi accade e vivo, perché lo amo poco? Potrebbe essere che io lo vedrei di più, ne coglierei di più e più facilmente la presenza, se lo amassi di più? Gesù mi è sempre presente, solitamente in modalità che io non m’aspetto e che non immaginerei; ma se il mio cuore è vigile, e soprattutto se il mio cuore è caldo e amante di lui, io vedo il Signore là ove altri, forse, non lo vedono’.

Ma non deve sfuggirci un altro punto, bellissimo e commovente, di questo Vangelo. Si trova alla fine del brano, là dove Gesù chiede a Pietro: “Pietro, mi ami? mi vuoi bene?”, e glielo chiede tre volte. Gesù ha bisogno dell’amore di Pietro, glielo domanda, quasi lo invoca. Gesù mendica l’amore dell’uomo; Gesù mendica l’amore mio.

Che mistero! Dio mendicante davanti alla sua creatura; Dio mendicante alla porta del cuore umano! Egli ha dato tutto all’uomo, in piena e totale libertà (chi avrebbe potuto costringerlo a morire in croce?), ed ora attende, attende… attende la mossa della nostra libertà; attende che come Pietro noi gli diciamo, liberamente e col cuore: “Signore, tu sai tutto, tu sai che ti amo, tu sai che ti voglio bene!”

don Giovanni Unterberger

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