Domenica della Santa Famiglia (forma ordinaria)

Andrea Mantegna – Sacra famiglia con una santa – 1495-1505

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(Sir 3,2-6. 12-14 ;   Col 3,12-21 ;   Mt 2,13-15. 19-23)

Duomo di Belluno, 29 dicembre 2019

La famiglia di Nazareth fu una famiglia guidata da Dio. Il Vangelo ce l’ha presentata obbediente ai cenni del Signore. “Giuseppe, alzati e va’ in Egitto”, gli disse un angelo. Poi: “Giuseppe, alzati, prendi con te il Bambino e sua madre e torna nella terra di Israele”, gli disse un altro angelo. E poi ancora: “Siccome in Giudea regnava Archelao figlio di Erode, Giuseppe, avvertito in sogno, andò ad abitare in una città chiamata Nazareth”. Obbedienza.

La famiglia cristiana vive obbediente al Signore. Non sogni particolari, non visioni e locuzioni di angeli, alle nostre famiglie di oggi, ma “la parola di Dio abiti tra voi nella sua ricchezza”, ci ha detto l’apostolo Paolo nella seconda lettura. La Parola di Dio è l’angelo-guida, è l’indicazione del cielo, la bussola che orienta il cammino. Beata la famiglia in cui è presente, è letta e meditata, la Parola del Signore; in cui la Parola di Dio è luce, forza, consolazione, correzione, conforto, sostegno, santificazione. La Parola di Dio sia l’‘angelo’ delle nostre famiglie!

“Rivestitevi di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, perdonandovi gli uni gli altri”, ella esorta: sono le virtù che rendono possibile e assicurano la perseveranza di una famiglia; famiglia in cui il padre e la madre sono onorati, la cui autorità viene da essi con fermezza esercitata, e dai figli riconosciuta e obbedita, ci ha detto il Siracide. Famiglia in cui gli sposi si aiutano a vicenda a camminare sulle vie del Signore: “istruitevi con ogni sapienza e ammonitevi a vicenda”, esorta l’apostolo. Saggi quegli sposi che, non tesi a prevalere l’uno sull’altro, sono capaci di ammonirsi vicendevolmente, di correggersi l’un l’altro con carità, e di lasciarsi correggere dal coniuge con umiltà. Ciò concorre grandemente ad una crescita umana e spirituale di ciascuno, e ad una comunione sempre più profonda e più bella tra i due.

Sulla famiglia, uomo e donna, riposa una particolare benedizione: fin dagli albori dell’umanità, creata la prima coppia, Dio la benedisse (cfr Gn 1,28); e Gesù stesso, il Figlio di Dio, che sarebbe potuto comparire sulla terra già adulto e senza padre né madre, volle nascere, crescere e vivere in una famiglia. A Cana partecipò alla nascita di una nuova famiglia, e con la sua presenza e il suo intervento assicurò la riuscita della festa (cfr Gv 2,1-11).

La vita di famiglia non è facile; ha le sue gioie, ma anche le sue fatiche. Ogni suo componente è un mondo, un universo differente da quello degli altri membri; non è automatico che si compongano e si armonizzino; è più facile, in qualche modo, che si scontrino e si disturbino. E’ richiesta pazienza, ascolto, dono di sé, capacità di sacrificio; talvolta eroismo. Ma la grazia e l’aiuto di Dio non mancano, se chiesti e invocati. Cristo Gesù è capace di dare ‘vino nuovo’, cioè nuova forza, là ove fosse venuta meno.

Ed è capace di proteggere e difendere da ogni tentazione e istinto disgregatore; come pure dalla mentalità, purtroppo tanto diffusa oggi, rivelantesi un attacco formidabile alle fondamenta della famiglia, sull’onda di una libertà delirante e senza limiti, quasi che in questo campo e su questo argomento -come in tutto, del resto- ne sappia più l’uomo che Dio. La legge di Dio non è contro l’uomo, ma in suo favore. Darle credito è salvezza per noi.

Festa, oggi, della santa famiglia di Nazareth; possa essa aiutare le nostre famiglie, tutte le famiglie del mondo; in particolare quelle più in difficoltà, in crisi, più segnate dalla sofferenza e dal dolore; e tenga in tutte vivo il senso di Dio, il ricorso a lui, la confidenza e la preghiera.

don Giovanni Unteberger

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