Solennità dell’Annunciazione

Beato Angelico – Annunciazione – 1425–1426

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(Is 7,10-14 ; Ebr 10.4-10 ; Lc 26-38)

26 marzo 2012

Pochi giorni nella storia del mondo e dell’umanità furono grandi, importanti, utili e salvifici come il giorno dell’Annunciazione. Quel giorno “il Verbo si fece carne e cominciò ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,14); quel giorno il Cielo diede l’abbraccio alla terra, e la terra diede l’abbraccio al Cielo, e tutto fu diverso, tutto fu fatto nuovo. Ciò che era perduto fu ritrovato, ciò che era malato fu risanato, ciò che aveva perso ogni volto ricevette il volto stesso di Dio.

Quello fu un giorno santo e stupendo; fu un giorno d’amore, fu il giorno di un grande amore! Solo nell’amore infatti si riesce a pronunciare un “sì”, e quello fu il giorno del “sì” di Dio all’umanità, e del “sì” dell’umanità a Dio.

La rovina al mondo era venuta da un “no”, il “no” dei nostri progenitori; la salvezza al mondo venne da un “sì”, da due “sì”, dal “sì” del Verbo e dal “sì” di Maria. Il Verbo disse: “Sì, o Padre, io vengo per fare la tua volontà, che è volontà di salvezza”; e Maria disse: “Fiat, si faccia di me secondo la tua parola, o Dio; io sono la tua serva”.

Cosa straordinaria: questi due “sì”, volto nuovo della storia, furono pronunciati nel silenzio più totale, in un villaggio tra i più dimenticati del mondo, lontano da ogni sguardo e nel segno della debolezza più estrema: che cosa di più debole infatti di una giovane donna, di una ragazza di quattordici-quindici anni? Ma tant’è; così piacque fare a Dio!

Dio opera le sue grandi cose nel silenzio, e con le creature più piccole e più deboli, così che nessuno possa vantarsi. In tal modo egli cambia la storia.

Unito al “sì” di Maria noi possiamo pronunciare il nostro “sì”, i tanti “sì” di ogni giornata, e accogliere in noi il “sì” di Dio. Avverrà allora, come allora, una nuova incarnazione del Verbo; il Verbo potrà farsi ancora presente nella storia; presente in noi e, attraverso di noi, nel mondo. E la salvezza del mondo, in tal modo, continuerà.

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