Solennità di Maria Assunta in cielo – 2020

Clicca QUI per scaricare l’omelia

(Ap 11,19a; 12,1-6a;   1Cor 15,20-27;   Lc 1,39-56)

Duomo di Belluno, 15 agosto 2020

Come canto alla Comunione eseguiremo il canto “Andrò a vederla un dì”. Colui che lo compose doveva volere molto bene alla Madonna, e nel comporlo dovette essersi ispirato alla festa che stiamo celebrando: l’assunzione di Maria al cielo. Infatti, la parola ‘cielo’ è la parola dominante che ricorre di continuo lungo il canto, nel ritornello e non solo; e ciascuna strofa inizia con le parole “Andrò a vederla un dì”. Siamo presi dentro uno sguardo e un desiderio che dalla terra s’innalza e arriva fino al cielo, ove Maria si trova, gloriosa, accanto a Dio.

Il cuore si eleva da questa vita definita ‘esilio’: “Andrò a vederla un dì, lasciando questo esilio…”, dice il canto; e in un altro punto: “Andrò a vederla un dì, in cielo, patria mia…”, parole che ci danno la vera visione delle cose e ci ricordano la prospettiva giusta: “non abbiamo quaggiù una dimora stabile -dice la lettera agli Ebrei- ma siamo in cerca di quella futura” (Ebr 13,14). E’ ‘esilio’ questa vita, esilio e non ‘patria’; patria è il cielo, la realtà grande e straordinaria che ci attende: “Occhio mai non vide, orecchio mai udì, né mai entrarono in cuore di uomo le cose che Dio tiene preparate per noi” (1Cor 2,9), afferma l’apostolo Paolo.

Che la Madonna ci aiuti a dare importanza al cielo, alla vita eterna che ci attende, più che alla vita di questa terra, che è passeggera e di un momento; “noi -dice ancora san Paolo- non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili. Le cose visibili sono di un momento, quelle invisibili sono eterne” (2Cor 4,18). Aspiriamo a dove è Maria!

Il canto ci porta col pensiero a lei; dice: “Andrò a veder Maria, mia gioia e mio amor”. La Madonna è la nostra gioia; ci è motivo di gioia e di letizia, di fiducia e sicurezza, di speranza e serenità.  Tutto questo è una madre per i suoi figli; e Maria ci è madre, dataci da Gesù dall’alto della croce. Ella ci aiuta e ci soccorre nella vita; il canto dice: “Andrò a vederla un dì, è il grido di speranza che infondemi costanza nel viaggio e fra i dolor”. Il viaggio della vita, che pur conosce momenti di gioia e di felicità, è segnato da fatiche, prove, difficoltà e dolori; abbiamo bisogno di essere sostenuti, sorretti e confortati. E Maria fa questo. Lo fa ogni volta che la preghiamo e con fiducia ricorriamo a lei.

La bella preghiera di san Bernardo ci fa pregare così: “Ricordati, o piissima Vergine Maria, che non si è mai udito al mondo che alcuno sia ricorso alla tua protezione, abbia implorato il tuo aiuto, abbia chiesto il tuo soccorso, e sia stato da te abbandonato. Animato da tale fiducia a te ricorro, o madre, vergine delle vergini; a te vengo, davanti a te mi prostro, peccatore pentito. Non volere, o madre del Verbo, disprezzare le mie preghiere, ma ascoltami benevola ed esaudiscimi”.

La Madonna, salendo al cielo, non si è allontanata da noi, ci è più vicina che se fosse ancora viva sulla terra; e da lassù custodisce il nostro cammino e ci addita il cielo, ove dobbiamo arrivare; e dove -come dice il canto- “lasciando questo esilio, le poserò qual figlio, il capo sopra il cuor”.

don Giovanni Unterberger

Questa voce è stata pubblicata in Omelie di Don Giovanni, Uncategorized. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.