6^ domenica di Pasqua

Caspar David Friedrich – Burrone roccioso nelle montagne di arenaria dell’Elba – 1822-1823

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(At 8,5-8. 14-17;   1Pt 3,15-18;   Gv 14,15-21)

sabato 13 maggio 2023, risalente al 24 maggio 2014

Altezze; vette; cime. Aria rarefatta, sulle cime; aria per polmoni sani e per cuori forti, sulle cime. Aria buona, sulle vette. Fatica, per arrivare in vetta. E’ ciò che ci ha messo davanti il Vangelo di Giovanni proclamatoci or ora. Giovanni ci ha presentato una comunione da vette, da cime, da forti scalatori che si cimentano in grandi e coraggiose imprese.

Noi siamo fatti per la comunione. Quando la comunione si incrina, si spezza, noi soffriamo; specialmente se ciò avviene con persone a noi legate da vincoli di particolare parentela, o di particolare amicizia. Ogni rottura comporta dolore; e noi cerchiamo comunione. Normalmente noi cerchiamo comunione in linea orizzontale, cioè con le persone, con gli altri uomini. Questo piano orizzontale di comunione è importante, necessario, ci è congeniale; non possiamo fare a meno di questo piano orizzontale di comunione. Senza di esso non saremmo felici.

Ma c’è un altro piano di comunione, ed è quello che Giovanni ci ha prospettato nel Vangelo; piano di comunione altissimo, da cime, da vette; piano non in linea “orizzontale”, ma piano in linea “verticale”. E’ la comunione di Gesù con il Padre; di Gesù con noi; di noi con il Padre; di noi con Gesù; nello Spirito Santo.

Gesù ha detto: “Il Padre vi darà lo Spirito Santo, il Paraclito, che rimanga con voi. Io sono nel Padre; il Padre è in me; io sono in voi; voi siete in me”. Comunione altissima; comunione divina. E’ a questa comunione che noi siamo chiamati, e a cui dobbiamo salire. Innalzandoci dalla semplice comunione in linea orizzontale, siamo chiamati a salire alla comunione in linea verticale, alla comunione col Padre, col Figlio, nello Spirito Santo. Questa sarà la nostra comunione per l’eternità in paradiso; questa sarà la comunione che ci farà felici per sempre, e ad essa dobbiamo approdare, in essa dobbiamo entrare fin d’ora, fin da questa vita; perché questa è la comunione che salva.

Lo Spirito Santo è in noi. “Il Padre vi darà lo Spirito Santo”, ci ha detto Gesù. E san Paolo ci ricorda: “Non sapete che siete tempio dello Spirito Santo, e che lo Spirito Santo abita in voi?” (1Cor 3,16). Siamo abitati dallo Spirito Santo, la terza Persona della Santissima Trinità. Portiamo dentro di noi questo Ospite d’eccezione, questo Ospite divino. Viviamo noi la comunione con lui? Ci ricordiamo che siamo sua “casa”,  sua “dimora”? Lo ascoltiamo? Lo preghiamo? Gli parliamo? Cerchiamo in tutti i modi di non disgustarlo?

“Io sono in voi, e voi siete in me”, ci ha detto Gesù. Tra noi e Gesù, tra Gesù e noi, c’è una unione profonda e grandissima. Nella sua bontà Gesù ci ha uniti a sé; ci ha fatti tralci di lui-vite (Gv 15,5); ci ha fatti membra di lui-capo (1Cor 6,15); ci ha fatti pecore del suo gregge, del suo ovile (Gv 10,14). Ma noi viviamo la comunione con Gesù? Facciamo le cose con lui? Ci è presente Gesù durante la giornata? In che misura? Quanto? molto? poco? Solo nei momenti della preghiera? E’ spesso assente Gesù dal nostro orizzonte nel momento del dolore, nel momento della gioia, nel momento del lavoro, nel momento della fatica, nel momento del servizio, nel momento di un’offesa che riceviamo, nel momento di un atto di generosità che sentiamo di dover fare? Ci è presente Gesù? Siamo in comunione con lui? “Io sono in voi, e voi siete in me”.

Questa è la grande comunione; la comunione “vetta”, la comunione “cima”, la comunione “verticale”. La comunione a cui salire, la comunione da desiderare, da coltivare. Essa sarà la comunione che appagherà in pieno il nostro animo e il nostro cuore; e sarà la comunione che sosterrà, che renderà possibile, buona, positiva e bella ogni nostra comunione orizzontale; perché la comunione orizzontale con le persone, con i nostri simili, è resa buona, positiva e perseverante, capace di dono e di perdono, dalla comunione verticale, dalla misura in cui è presente in noi la comunione con il Padre, con il Figlio Gesù, nello Spirito Santo. E’ questa comunione quella che qualifica il tutto.

Saliamo allora le vette; scaliamo le cime! L’aria sulla cima di quella comunione è rarefatta, e può essere impegnativo restare in simili altezze, ma con la grazia di Dio restarvi è possibile. Egli ci aiuta. In quelle altezze c’è salvezza.

don Giovanni Unterberger

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