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(1Re 3,5. 7-12; Rm 8,28-30; Mt 13,44-52)
sabato 29 luglio 2023, risalente al 26 luglio 2014
Uno dei giochi e dei divertimenti che più entusiasmano i ragazzi è la “caccia al tesoro”. I ragazzi si dividono in squadre; viene messo loro in mano un biglietto su cui c’è una indicazione; un’indicazione con un quiz, con un cruciverba, con qualcosa che mette alla prova il loro ingegno, e la cui soluzione indica la nuova tappa del percorso in cerca del tesoro. Alla nuova tappa trovano un altro biglietto, che, con qualcosa di simile, indica loro la tappa successiva; e così via, di tappa in tappa in cerca del tesoro. I ragazzi sono divisi in più squadre; la squadra che per prima arriva al tesoro lo conquista.
Non so se questa sia un’immagine appropriata che possa applicarsi alla vita, alla vita dell’uomo, che pure è un andare in cerca di un tesoro. Tutti infatti stiamo andando in cerca di qualcosa di grande, di bello, di prezioso, di appagante, di importante, che possa dare senso e felicità alla nostra vita.
Ma dov’è il tesoro? e, soprattutto, qual è il tesoro? il vero tesoro? Ci affiorano subito alla mente le parole di Gesù: “Non accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulatevi invece tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e no rubano” (Mt 6,19-20).
E’ decisivo individuare il vero tesoro; dove esso si trovi. Il mondo ha i suoi tesori; li conosciamo: il denaro, il potere, il piacere, l’apparire, la forza, la bellezza, la capacità di dominare, di sedurre, di vincere, di avere successo… Noi sappiamo bene che questi tesori non sono veri tesori. Sappiamo quanto essi siano fragili, vuoti, passeggeri e ingannatori; eppure alle volte essi ancora ci catturano; esercitano su di noi un fascino e un’attrattiva a cui non sappiamo sempre resistere; e li consideriamo “tesori”.
Gesù nel Vangelo ci ha detto che il vero tesoro è il Regno dei cieli. Un uomo trovò un tesoro in un campo; era un tesoro prezioso; andò e vendette subito quanto aveva per acquistare quel campo ed impadronirsi di quel tesoro. E vendette tutto con gioia. Con gioia, perché ne valeva la pena! Altrettanto fece il ricercatore di perle preziose quando ebbe trovato la perla di straordinario valore. Vero tesoro è il Regno dei cieli.
Una fiaba racconta: “Un viandante era giunto in prossimità del villaggio e si stava sistemando sotto un albero per la notte quando un abitante del villaggio arrivò correndo da lui e disse: “Il tesoro! il tesoro! dammi il tesoro!”. – “Che tesoro?”, chiese il viandante. “L’altra notte ho sognato -disse l’abitante del villaggio- che se fossi venuto alla periferia del villaggio al crepuscolo avrei trovato un viandante che mi avrebbe dato una perla preziosa che mi avrebbe fatto ricco per sempre”. Il viandante rovistò nel suo sacco e tirò fuori una pietra. “Penso sia questa”, disse, porgendola all’uomo. “L’ho trovata su di un sentiero nella foresta qualche giorno fa. Puoi tenerla senz’altro”. L’uomo osservò meravigliato la pietra. Era un diamante. Probabilmente il diamante più grosso del mondo perché era grande quanto la testa di un uomo. Prese il diamante e se ne andò. Tutta la notte si rigirò nel letto, senza poter dormire. Il giorno dopo, allo spuntar dell’alba, svegliò il viandante e gli disse: “Dammi la ricchezza che ti permette di dare via così facilmente questo diamante”.
Ricchezza, tesoro, per san Filippo Neri era il Cielo. Quando il papa pensò di farlo cardinale, i messi papali gli portarono il cappello cardinalizio come segno della nuova nomina. E san Filippo Neri, che stava giocando con i ragazzi del suo Oratorio, prese il cappello da cardinale, e gettandolo in aria esclamò: “Paradiso! Paradiso!”. San Filippo Neri restò semplice prete.
Marcello Candia era un imprenditore, a Milano. Uomo colto, con tre lauree, aveva ereditato una fiorente azienda dal padre. Ma nel 1961 vendette l’azienda e col ricavato costruì un ospedale per lebbrosi in Brasile, e si mise egli stesso a curare e a servire i lebbrosi. Morì nel 1983, e nel 1991 è stato aperto per lui il processo di canonizzazione. Tesoro, per Marcello Candia, era il Regno dei cieli, era Dio stesso.
Ecco la domanda che si impone a noi dal Vangelo di oggi: qual è il mio tesoro? è il Signore? è davvero lui? E’ bello sentire una mamma che nell’atto di stringere a sé il suo bambino, gli dice: “Tesoro!”; è bello sentire un fidanzato, uno sposo, dire alla fidanzata, alla sposa: “Tesoro!”.
Siamo noi capaci di dire a Dio, a Gesù, che è morto per noi, che ci vuole bene all’inverosimile, che ci prepara in cielo un’eternità felice: “Tesoro! Tu sei il mio tesoro! tu sei il mio tesoro più grande!”?. Forse non lo amiamo ancora abbastanza Gesù; forse non lo conosciamo ancora abbastanza. Eppure egli è davvero il più grande tesoro! Vale la pena conoscerlo; vale la pena abbracciarlo, perché non c’è bene più grande di lui.
don Giovanni Unterberger