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(Ap 1,1-5; Mt 18,1-10)
Domenica 29 settembre 2024, risalente al 29 settembre 2020
Prima che il mondo fosse creato e venisse popolato dall’umanità, il cielo era ormai popolato da miriadi e miriadi -dice il libro dell’Apocalisse (Ap 5,11)- di esseri viventi e intelligenti, gli angeli. E già in cielo si era combattuta una terribile battaglia: angeli contro angeli, miriadi contro miriadi, obbedienza a Dio contro ribellione a Dio. Due schieramenti, due eserciti a confronto.
Capo degli angeli obbedienti era Michele, che al grido di ‘Chi è come Dio?’ sfidava e combatteva contro gli angeli disobbedienti, i quali andavano gridando: “Non vogliamo Dio sopra di noi!” Vinse Michele, e gli angeli disobbedienti -dice il testo sacro- furono precipitati sulla terra (cfr Ap 12,7-9).
Appena l’uomo apparve sulla terra fu subito circuito e aggredito dagli angeli diventati demoni, i quali riuscirono a trascinarlo nella loro disobbedienza (cfr Gn 3,1-7). Non potendo più guerreggiare in cielo, essi iniziarono a fare guerra sulla terra, e tuttora combattono, insidiano e tormentano gli uomini.
La Chiesa si appella a Michele, l’arcangelo vincitore; ha in lui fiducia, lo prega e lo invoca: “San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia; sii tu nostro sostegno contro la perfidia e le insidie del diavolo. Dio lo tenga sotto il suo potere, te ne preghiamo supplici! E tu, o Principe della milizia celeste, con la potenza divina, rinchiudi nell’inferno Satana e gli altri spiriti maligni, che si aggirano nel mondo a perdizione delle anime”.
Alle schiere degli angeli buoni sono invitati ad unirsi gli uomini, riconoscendo e accogliendo su di sé e sulla propria vita il primato e la signoria di Dio, quella che Michele e i suoi angeli accolsero e che gli angeli ribelli non accettarono. L’obbedienza a Dio porta alla vita, a quella comunione di vita che unisce a Dio, assicura un’eternità beata, realizza l’uomo nel suo ultimo destino.
L’arcangelo Michele, che guidò a vittoria i suoi angeli, vuole guidare a vittoria anche gli uomini; egli è accanto a noi, vuole condividere con noi il suo motto: ‘Chi è come Dio?’; vuole che anche noi lo gridiamo nella nostra lotta, per averci un giorno con lui, vittoriosi, in cielo.
don Giovanni Unterberger