Domenica in Albis

Pieter Paul Rubens – Incredulità di San Tommaso – 1613-1615

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(At 5,12-16;   Ap 1,9-11a.121-13.17-19;   Gv 20,19-31)

Domenica 27 aprile 2025, risalente al 3 aprile 2016

“Porte chiuse; paura dei Giudei”. Il Venerdì santo, il Sabato santo e l’inizio del giorno di Pasqua dovettero essere giorni terribili per gli apostoli; giorni di paura e di timore, giorni di sconcerto e di tremore. Che ne sarebbe stato di loro, della loro vita? I Giudei avevano ucciso il loro leader, il loro capo; lo avevano messo in croce; non è che ora si sarebbero rivoltati contro di loro, e avrebbero ucciso anche loro, così da eliminare ed estirpare del tutto quella radice ritenuta infetta e contraria alla fede di Israele? Non era forse in pericolo la loro vita? Si erano rinchiusi nel cenacolo e avevano ben sbarrato le porte del luogo in cui si trovavano, ci ha detto il Vangelo, “per timore dei Giudei”.

Il timore, la paura era ciò che li teneva chiusi nel cenacolo, più delle chiavi e dei catenacci che sbarravano le porte del cenacolo stesso; il timore e la paura li tenevano fermi, come paralizzati, incapaci di uscire fuori liberi e sicuri per le vie di Gerusalemme.

Gesù apparve in quella paura; Gesù apparve in quel cenacolo “a porte chiuse”. Non spalancò le porte per entrare; entrò a porte chiuse; entrò in quei cuori impauriti. Gli apostoli se lo trovarono in mezzo a loro; lo ebbero in mezzo a loro in modo inaspettato, inatteso e imprevisto. E la loro reazione fu la gioia: “I discepoli gioirono nel vedere il Signore”, ci ha detto il Vangelo. Si sentirono sicuri, gli apostoli, con Gesù presente; sentirono presente l’amico, il maestro, colui che voleva loro bene; si sentirono in rapporto con lui vivo. La loro condizione all’esterno non era cambiata, la situazione di odio e di avversione contro di loro fuori del cenacolo era quella di prima, ma il loro cuore non era più lo stesso.

“Pace a voi!”, si sentirono dire da Gesù. ‘Pace’, cioè serenità, quiete interiore, fiducia, speranza, sicurezza. Non più pensieri bui nella mente, non più subbuglio nel cuore, non più paura paralizzante, ma pace! Gesù è capace di fare questo dono. Gesù è capace di dare pace nelle difficoltà, nei dolori. Circondati da tribolazioni, ma nella pace… Gesù è capace di apparire e rendersi presente nella sofferenza e nella fatica, aiutando a vivere ciò che umanamente non sarebbe possibile vivere. Gesù si rende presente dentro le nostre difficoltà e paure; non solo ‘accanto’ alle nostre difficoltà e paure, ma ‘dentro’ le nostre difficoltà e paure. Invochiamo e desideriamo la sua presenza!

Gesù ha comprensione e compassione anche della poca fede. L’apostolo Tommaso non era un campione di fede. Ai suoi amici apostoli che gli dissero: “Abbiamo visto il Signore” egli rispose: “Se non vedo, non credo; se non tocco, non credo”. E Gesù apparì anche per lui nel cenacolo “a porte chiuse”, dentro la sua incredulità, dentro quell’incredulità che teneva Tommaso, come dietro una porta chiusa, nella sua poca fede e nel suo dubbio. “Metti qui il tuo dito -gli disse Gesù- metti la tua mano nel mio fianco; e non essere incredulo ma credente”. Gesù si occupò della poca fede di Tommaso, gliela donò, gliela irrobustì.

Gesù si fa presente dentro tutto ciò che ci tiene chiusi e bloccati. Egli è il vittorioso, il vincitore di tutto, del peccato, della morte e di ogni situazione difficile che ci incute timore. Egli è il Risorto, capace di aprire ogni porta chiusa e spalancare ogni porta blindata. Aprì infatti le porte del cenacolo agli apostoli e li rese capaci di uscire non solo per le strade di Gerusalemme, ma di andare in tutto il mondo ad annunciare lui e il suo Vangelo. Egli è il Signore capace di liberare anche noi da tutto ciò che ci turba e ci inquieta, da ogni sofferenza e paura.

don Giovanni Unterberger

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