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(Gn 14,18-20; 1 Cor 11,23-26; Lc 9, 11b-17)
Sabato 22 giugno 2025, risalente al 29 maggio 2016
Era l’anno 1263 quando un pio sacerdote boemo, Pietro da Praga, tormentato da forti dubbi circa la presenza reale di Gesù nell’Eucaristia, pellegrinò a Roma per rafforzarsi nella fede. Di ritorno da Roma, mentre celebrava la Messa, a Bolsena, vide uscire dall’Ostia appena consacrata che teneva in mano, delle gocce di sangue che andarono a bagnare il corporale, il telo di lino sottostante l’Ostia e il calce. In quei giorni il papa, Urbano IV, si trovava poco lontano, ad Orvieto, e Pietro da Praga andò da lui, portando il corporale bagnato del sangue del Signore. Il papa riconobbe autentico il miracolo e, in seguito ad esso, estese a tutta la Chiesa la festa del Corpus Domini, che era nata diciassette anni prima nella diocesi di Liegi.
Quello di Bolsena non fu l’unico miracolo eucaristico. Cinque secoli prima, attorno all’anno 750, a Lanciano, città dell’Abruzzo, era accaduto che un monaco della Chiesa bizantina, anch’egli disturbato da dubbi circa la presenza reale di Gesù nell’Eucaristia, vide trasformarsi in carne l’Ostia appena consacrata e in sangue il vino appena consacrato. Esami istologici e biochimici ripetutamente compiuti -l’ultimo nell’anno 1971- hanno confermato trattarsi di carne umana e di sangue umano.
Sono più di centotrenta i miracoli eucaristici accaduti nel mondo lungo i secoli, aiuti datici dal Cielo per credere nella verità dell’Eucaristia. La nostra fede nella presenza di Cristo nell’Eucaristia sarebbe certa e sicura anche senza tali segni e miracoli; essa si fonda sulle parole di Gesù: “Questo è il mio corpo; questo è il mio sangue” (Mc 14,22-24). San Tommaso d’Aquino nel suo bel inno all’Eucaristia, l’ ‘Adoro te devote’, composto proprio per la festa del Corpus Domini, inno che sarebbe brutto fosse dimenticato e non più cantato dal popolo cristiano, dice, riferendosi all’Ostia consacrata: “La vista, il tatto, il gusto guardandoti si ingannano, ma con l’udito noi crediamo con sicurezza: l’udito si fonda sulle parole dette da Gesù, parole certe di verità”.
C’è nella Sacra Scrittura, in un libro dell’Antico Testamento, un’affermazione forte, non priva di un certo orgoglio da parte del popolo di Israele. Dice questa affermazione: “Quale nazione ha la divinità così vicina a sé, come il Signore Dio è vicino a noi?” (Deut 4, 7). Israele sentiva di avere vicino a sé Dio più degli altri popoli per la legge che Dio gli aveva dato sul Sinai, legge più perfetta della legge degli altri popoli.
Ma quanto più del popolo di Israele possiamo pronunciare noi queste parole, noi che abbiamo l’Eucaristia; noi che abbiamo Cristo stesso, in persona, presente tra noi; noi che lo riceviamo e lo introduciamo dentro di noi con la santa Comunione! Potrebbe Dio esserci più vicino di così?
Abbiamo bisogno di fede per apprezzare questo inestimabile dono. Il catechismo della Chiesa cattolica dice: “L’Eucaristia racchiude tutto il bene spirituale della Chiesa: lo stesso Cristo nostra Pasqua” (n 274). L’Eucaristia è davvero il bene più prezioso che ci sia al mondo, più prezioso di gioielli e di monili, più prezioso di qualsiasi altra ricchezza. L’Eucaristia è Cristo stesso: è il Figlio di Dio, la seconda Persona della Santissima Trinità fattasi uomo; è il Cristo morto e risorto per noi; colui che sarà la nostra vita eterna; colui che risusciterà anche i nostri corpi mortali; colui senza il quale non abbiamo salvezza.
Quale riverenza, quale adorazione, quale culto merita l’Eucaristia! Come devono essere devote le nostre Messe! Quanto devono essere celebrate e vissute bene, nei riti, nei canti! Come dovremmo già il sabato prepararci a ricevere l’Eucaristia la domenica, e come dell’Eucaristia ricevuta la domenica dovremmo ricordarci almeno fino al lunedì! Nell’Eucaristia riceviamo il Signore! E la chiesa è la casa dell’Eucaristia; quanto rispetto anche per la chiesa, per la sua casa!
Il Catechismo di papa san Pio X indicava con precisione tre condizioni necessarie per ricevere bene l’Eucaristia: essere in grazia di Dio, essere digiuni dalla mezzanotte (oggi è richiesto il digiuno da almeno un’ora), e sapere chi si va a ricevere. La festa del Corpus Domini, festa del Corpo e del Sangue del Signore, ci aiuti a crescere nella consapevolezza e nell’apprezzamento dell’Eucaristia; nella stima di quale grande, straordinaria e salutare realtà essa sia!
don Giovanni Unterberger