( Mc 9,28-40)
26 febbraio 2014
Uno dei fenomeni che nella mente umana facilmente si verifica, è che la mente umana, senza accorgersi, senza averne più di tanto consapevolezza, si forma degli schemi , dei modelli di pensiero che la connotano, che la strutturano, che tendono a cristallizzarsi in un certo modo. Per cui l’uomo tende a ragionare per paradigmi, a far rientrate le cose, i comportamenti propri e altrui, entro determinati schemi e parametri.
Ciò è tanto più pericoloso, quanto più è soft e inavvertito il processo con cui questo fenomeno si realizza. E facilmente esso si realizza proprio in modo soft, in modo inavvertito, e quasi impercettibile. E’ necessario vigilare; è necessario stare all’erta, e sempre in continua verifica.
L’apostolo Giovanni, di cui ci ha narrato il Vangelo, era caduto proprio in questa situazione, in questo errore. Secondo il suo schema mentale quel tale che scacciava i demoni e non era del gruppo dei discepoli di Gesù, non doveva farlo, non poteva farlo; non aveva il diritto di farlo. I detentori del potere di scacciare i demoni erano loro, era il solo Gesù, e i soli suoi seguaci.
Gesù dice: “No. Non glielo proibite. Lasciatelo fare”. Gesù rompe lo schema mentale di Giovanni; Gesù ha un modo di ragionare ampio, bello, libero! Certo, non un modo di ragionare qualunquista, soggetto e dipendente da qualsiasi vento di parere; formato e modellato chissà su quali idee e princìpi; non un modo di ragionare utilitaristico, interessato e, alla fin fine, egoista, come è spesso il modo di ragionare dell’uomo; ma il modo di ragionare di Gesù era quello del Padre; del Padre che è preciso, chiaro e inflessibile nel vedere e nel rifiutare il male, anche il più piccolo; ed è capace di cogliere, di accogliere, di valorizzare, di benedire ogni bene, anche il più piccolo, da qualsiasi parte esso venga, in qualsiasi realtà esso si celi e si nasconda. Gesù ragionava e pensava come il Padre.
E noi? Pensiamo come il Padre? Pensiamo come Gesù? Quanto è lontano il nostro pensare da quello del Padre e da quello di Gesù in tante nostre liti, in tanti nostri confronti, in tante nostre scaramucce in cui ci combattiamo e ci colpiamo gli uni gli altri, proprio e perché schiavi ciascuno dei propri modi di pensare e schemi mentali gretti, piccoli, limitati, parziali, interessati, mondani, non aperti fino in fondo al vero e al bene!
Abbiamo bisogno di formarci un modo di pensare che sia quello del Vangelo, quello che la Parola di Dio contiene e ci indica; un modo di ragionare che sia quello del Signore, e non quello del mondo. Ne abbiamo bisogno specialmente noi sacerdoti; voi, che un giorno sarete sacerdoti, perché è il pensiero di Gesù che il sacerdote deve comunicare, è al pensiero di Gesù che il sacerdote deve formare i fedeli ed ogni uomo. Solo da un pensare giusto dipenderà un parlare giusto, un agire giusto.
Impegniamoci, e ci dia il Signore il suo pensiero.