La Speranza è una grande matrona. Me la immagino una signora di età indefinita; è antica, ha una longevità che si coglie all’istante, eppure possiede una freschezza di volto e di portamento indescrivibile. Diresti che è una ragazza bella, splendente, serena, sicura di sé. Una meraviglia! Stando vicino a lei si sta bene; ti dà conforto, fiducia, sollievo, serenità, pace, sicurezza perfetta; ti dà respiro.
Essa ha un’ancella che di tanto in tanto le dà qualche problema. E’ l’impazienza. L’impazienza vorrebbe risolvere tutti i problemi che ci sono in casa, nella casa della matrona Speranza, e li vorrebbe risolvere subito, all’istante. Perché rimandare? perché aspettare?
La Speranza invece ha pazienza. La Speranza vede i problemi, li coglie, li percepisce, e li soffre; ma sa attendere, sa sopportare tempi e modi di soluzione che non sono i suoi, sa rispettare e accompagnare; è attenta a favorire con intelligenza e con amore soluzioni buone e di bene senza però imporle e senza forzarle; sa essere dolce, benevola, magnanima, misericordiosa; pur restando molto attiva.
La Speranza vive di un segreto. Ella sa che tutti i problemi e il cuore di tutti gli uomini sono in mano di un Signore onnipotente e buono, che conosce ogni persona e prende in mano con amore ogni cosa e ogni situazione; sa che quel Signore ha mille modi e mille strade per raggiungere ognuno dei suoi figli e portarli a salvezza; e che lo saprà fare, avendo dato addirittura per loro la vita.
Con questa certezza la matrona Speranza è tranquilla e sicura di sé; governa bene la sua casa; la tiene nella pace; collabora a che tutti nella casa crescano verso il bene e verso il meglio; tiene a bada l’impazienza; è fonte di serenità e di dolce armonia.