Solennità dell’Immacolata Concezione di Maria-2014

(Prov 8,22-35; Lc 1,26-38)

 Chiesa di Santo Stefano, 8 dicembre 2014

Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te”. Da questo saluto dell’angelo rivolto a Maria, saluto che la definì “piena di grazia”, la Chiesa capì, guidata dallo Spirito Santo, che quel “piena di grazia” conteneva una pienezza proprio “piena”, una pienezza totale che era stata in Maria fin dall’inizio del suo esistere, fin dal suo concepimento; tanto che il papa Pio IX nel 1854 definì l’Immacolata Concezione dogma di fede, e tale verità fu confermata dalla Madonna stessa che, apparendo quattro anni dopo a santa Bernadette Soubirous, disse: “Io sono l’Immacolata Concezione”.

Maria fu concepita senza peccato originale, dono grandissimo, che ella condivise, unica nella storia dell’umanità, con Gesù. Dio l’aveva pensata da sempre madre del suo Figlio incarnato, e volle prepararla a essere una dimora santa, santa del tutto, per suo Figlio fatto uomo. Mai in lei ci fu ombra di peccato. Le immagini che la raffigurano nella sua realtà di Immacolata la raffigurano con il piede sopra la testa del serpente maligno, satana, nell’atto di schiacciarla.

La prima lettura che abbiamo ascoltato, un brano del libro dei Proverbi, parla, nel suo senso originario, della Sapienza di Dio, che è nel pensiero di Dio da sempre, dall’eternità; ma quel brano può essere applicato a Maria, e la Chiesa appunto, in questa festa, lo applica a Maria; e facendo parlare lei stessa, le fa dire: “Il Signore mi ha creata come inizio della sua attività; dall’eternità sono stata formata; prima che fossero fissate le basi dei monti, prima delle colline, quando ancora non aveva fatto la terra e i campi, quando fissava i cieli e faceva sgorgare le sorgenti dell’abisso, io ero là, io ero con lui”. Maria è da sempre nel pensiero di Dio, “termine fisso d’eterno consiglio”, dice Dante nella Divina Commedia. Maria è da sempre l’Immacolata. In lei Dio ha trovato la sua compiacenza.

Nella prima lettura Maria dice: “Io ero la sua delizia ogni giorno”; Maria era la delizia di Dio ogni giorno; lo è sempre stata. Fin dall’eternità Dio si è compiaciuto di lei, sia per i doni di immacolatezza e di grazia che egli le avrebbe riservato, sia perché fin dall’eternità Dio prevedeva la risposta pienamente generosa che Maria, nella sua libertà e nel suo amore, gli avrebbe dato.

Maria fu la delizia di Dio! Lo fu da bambina, quando si consacrò a lui; lo fu il giorno dell’annunciazione, quando accettò di diventare la madre del Messia; lo fu nella casa di Nazareth, quando accudì con umiltà e fedeltà alle occupazioni quotidiane proprie di ogni madre e di ogni sposa; lo fu sotto la croce del Figlio, quando sopportò ed offrì la spada dolorosissima che le trafisse il cuore.

Che bello essere anche noi la delizia di Dio! Non lo possiamo essere per l’immacolatezza del cuore e della vita al pari di Maria, ma lo possiamo essere per il desiderio e lo sforzo di evitare il peccato; per l’impegno e la buona volontà di aderire ai comandamenti del Signore.

Dio si commuove nel vedere il nostro continuo rialzarci dopo ogni caduta; si commuove nel vedere che non ci scoraggiamo e che sempre di nuovo cominciamo da capo, confidando nella sua misericordia e nel suo aiuto. Noi siamo la sua delizia proprio per il desiderio di volergli bene, per il desiderio d’immacolatezza che portiamo in cuore. Il nostro desiderio, sincero, seppur fragile, gli piace tanto!

A Maria Immacolata oggi chiediamo una grazia; ce la facciamo suggerire da un’antifona della liturgia di questa festa: “Trahe nos, virgo immaculata; post te curremus in odorem unguentorum tuorum”; attiraci a te, vergine immacolata; ti seguiremo attratti dal profumo dei tuoi unguenti.

Gli unguenti profumati di Maria sono le sue virtù; sono il suo amore a Dio; sono la sua piena obbedienza ai disegni del Signore. Con questi unguenti profumati la Madonna ci attiri, ci faccia camminare sulle vie di Dio, ci renda un po’ più immacolati e un po’ meno peccatori.

Che il profumo dei suoi unguenti ci prenda, ci inebri, ci vinca! E faccia anche di noi una delizia per il Signore.

Don Giovanni Unterberger

 

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