(1Re 19,4-8; Ef 4,3 – 5,2; Gv 6,41-51)
Duomo di Belluno, sabato 8 agosto 2015
C’è un libro, edito già da tempo, che porta questo titolo: “Pretese”, e, come sottotitolo: “Le pretese di Gesù”. E’ un libro non molto voluminoso, ma scritto in modo vivace e con grande profondità biblico – teologica. Esso inizia proprio con la frase, nel primo capitolo, che abbiamo ora sentito pronunciare dai Giudei sbalorditi di fronte all’affermazione di Gesù: “Io sono il pane disceso dal cielo”. I Giudei dicono: “Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre?” E si domandano: “Come dunque può dire: sono il pane disceso dal cielo?” E i Giudei “mormoravano tra di loro”, dice il Vangelo.
Il libro prende in esame varie affermazioni di Gesù che appaiono in effetti delle pretese estreme, assolute, impossibili; come: “Io sono la luce del mondo, chi cammina dietro a me non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Gv 8,12); come: “Io sono il buon pastore, io sono la porta delle pecore: se uno entra attraverso di me sarà salvo e troverà i pascoli della vita” (Gv 10,7. 9. 11); come: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno” (Gv 11,25-26). Sono, queste, davvero delle pretese estreme ed assolute, che noi accettiamo perché pronunciate da un uomo che non era soltanto uomo, ma era Dio fatto uomo, era l’uomo-Dio.
Pretesa assoluta, estrema è anche quella del Vangelo di oggi: “Io sono il pane vivo disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”. Il Vangelo dirà più avanti che molti Giudei, e anche molti dei discepoli di Gesù, abbandonarono quel giorno Gesù; non era possibile seguire un uomo che diceva tali cose, che aveva delle pretese assurde, impossibili, da pazzo…
Gesù è il pane della vita. “Chi vuole vita – dice Gesù – deve venire da me, deve cibarsi, nutrirsi di me. Io sono il pane che dà la vita”. Ci sono vari distributori di vita nel mondo, varie ‘agenzie’, per così dire, che promettono vita. Promettono vita, un flusso di vita, un ‘di più’ di vita la ricchezza, il successo, l’affermazione di sé, la comodità, il piacere, perfino la vendetta di un torto, di un’offesa ricevuta. Ma queste ‘agenzie’ di vita non danno vita vera, danno vita inquinata, vita che si risolve poi, di fatto, in morte.
“Il mio popolo ha commesso due iniquità – dice Dio nel libro del profeta Geremia – hanno abbandonato me, sorgente di acqua viva, per scavarsi cisterne, cisterne screpolate, che non tengono l’acqua” (Ger 2,13). Alla samaritana Gesù disse: “Io ho un’acqua viva da darti, un’acqua, bevuta la quale, non avrai più sete in eterno” (Gv 4, 10. 13-14).
Gesù, la parola di Gesù, la persona di Gesù è il pane che nutre, è l’acqua che disseta. Il beato papa Paolo VI, quando entrò a Milano come arcivescovo, nel 1955, tenne un’omelia che restò celebre, un’omelia tutta incentrata sulla persona di Cristo. L’arcivescovo Montini parlò di Cristo come ‘necessario’ all’uomo. Disse:
“Tu ci sei necessario, Cristo.
Ci sei necessario, o Cristo, per vivere in comunione con Dio, per diventare con te suoi figli adottivi.
Ci sei necessario, Cristo, solo vero maestro delle verità recondite e indispensabili della vita.
Ci sei necessario, Cristo, nostro Redentore, per scoprire la nostra miseria e per guarirla; per deplorare i nostri peccati e per averne il perdono.
Ci sei necessario, Cristo, fratello primogenito del genere umano, per ritrovare le ragioni vere della fraternità fra gli uomini.
Ci sei necessario, Cristo, grande paziente dei nostri dolori, per conoscere il senso della sofferenza, e per dare a essa un valore di espiazione e di redenzione.
Ci sei necessario, Cristo, vincitore della morte, per liberarci dalla disperazione e perché possiamo avere certezze che non tradiscono in eterno.
Ci sei necessario, Cristo, Dio-con-noi, per imparare l’amore vero e camminare nella gioia e nella forza della tua carità lungo la strada della nostra vita faticosa, fino all’incontro finale con te amato, con te atteso, e benedetto nei secoli”.
Cristo è il pane vero, il pane della vita. “Dacci sempre questo pane”, dissero i Giudei a Gesù, riferendosi al pane materiale che Gesù aveva moltiplicato (Gv 6,34). Noi diciamo a Gesù: “Dacci sempre il pane che sei tu. Faccelo desiderare. Fa’ che desideriamo te più di ogni altro bene. E avremo vita.”