Dio è paziente? Molto paziente. La sua pazienza è infinita, così come è infinito lui stesso. “Paziente e misericordioso è il Signore, lento all’ira e ricco di grazia”, dice un salmo (Sal 145,8). Dio è davvero paziente. Ha creato il mondo e lo ha affidato all’uomo; l’uomo non lo ha ben custodito, piuttosto lo ha rovinato, e Dio sopporta. Dio ha creato l’uomo perchè fosse in comunione con lui; l’uomo non ha custodito la comunione con Dio, anzi l’ha rotta, e Dio sopporta. Dio cerca sempre di nuovo di rifare la comunione con l’uomo ribelle, cercando di riportarlo a sè: “Adamo, dove sei?”, chiese Dio ad Adamo che, dopo il peccato, si era nascosto e si era allontanato da Dio. (Gn 3,9). Dio lo ha cercato.
Dio cerca sempre l’uomo. Si è scelto tra i popoli un popolo, Israele, a cui potersi rivelare in modo più pieno, a cui parlare di sé in misura più grande, a cui farsi conoscere in modo più profondo, ed insegnargli il vero e giusto modo di vivere. Ma quanta fatica e quanta pazienza con quel popolo! Quanto fu lento e duro quel popolo a comprendere Dio! Quanto lo capì male!
L’Antico Testamento ce lo documenta fortemente. L’Israele del 1000 a.C. pensò Dio come un Dio che castiga e distrugge il peccatore: è la pagina del diluvio universale (Gn 6,5 – 8,22) e la pagina del diluvio di fuoco su Sodoma e Gomorra (Gn 19,1-26); e invece Dio è misericordioso e perdona il peccatore pentito. L’antico Israele pensò Dio come un Dio guerriero, che andava in guerra con lui, che combatteva contro i nemici di Israele e voleva che gli abitanti delle città conquistate fossero tutti uccisi e sterminati (Dt 20,1. 10-18); e invece Dio è un Dio di pace e di fratellanza universale. L’antico Israele pensò Dio come un Dio nazionalista, un Dio che fosse il Dio del solo Israele, alleato solo suo (Sal 89,4); e invece Dio è il Dio di tutti i popoli, ed estende la sua alleanza a tutte le nazioni della terra. Quanto fu mal capito Dio! Quanta brutta figura gli ha fatto fare Israele, e gli fa ancora fare oggi a chi legge l’Antico Testamento senza leggere il Nuovo! E Dio ha sopportato, ha sopportato per secoli… Come è diverso Dio da noi, ad esempio, che, se siamo mal capiti e mal interpretati, subito ci arrabbiamo!
Dio ha sopportato e ha cercato piano piano, con infinita pazienza, mandando i profeti e persone sante, di correggere sempre un po’ di più l’immagine di sé presso il popolo di Israele, finchè ‘nella pienezza dei tempi’, come dice san Paolo, Dio ha mandato il suo Figlio fatto uomo a rivelare il suo vero volto e a dirci come lui veramente è.
Gesù è l’‘icona’ di Dio. “Chi vede me, vede il Padre”, disse Gesù all’apostolo Filippo durante l’ultima cena (Gv 14,9). Gesù è l’immagine del Padre. Come è Gesù, così è Dio. E Gesù è la pazienza in persona. Sopporta le folle che lo cercano per interesse; sopporta i farisei e i dottori della legge che gli sono ostili e lo calunniano; sopporta gli apostoli che sono tanto difettosi e duri a capire il suo messaggio; sopporta il loro sonno nell’Orto degli ulivi e il loro abbandono durante la passione; sopporta il tradimento di Giuda e il rinnegamento di Pietro; sopporta gli insulti, gli sputi, i flagelli, le derisioni dei sommi sacerdoti sotto la croce, senza adirarsi e senza scagliarsi contro di essi, ma dicendo invece: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno” (Lc 23,34).
Gesù è la pazienza fatta persona! Dio è pazienza somma! Egli ha sopportato che il suo Figlio Gesù, inviato a riportare l’umanità perduta sulla retta via, venisse osteggiato, rifiutato, massacrato, messo in croce come il più vile dei malfattori… E nella sua infinita pazienza e bontà Dio è riuscito a far valere quell’omicidio insensato e crudele a vantaggio e salvezza di coloro stessi, noi, che l’abbiamo commesso! Davvero una pazienza e una misericordia più grandi di così non si potrebbero immaginare!
Sì, Dio è paziente. Egli ha pazienza col mondo intero, che tanto male compie ogni giorno; ha pazienza con ciascuno di noi, che ogni giorno lo offendiamo. La sua pazienza lo rende capace di “far sorgere ogni giorno il sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e far piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti” (Mt 5,45). La sua pazienza lo rende capace di accogliere sempre e comunque il peccatore pentito che torna a lui, qualsiasi sia il peso e la gravità del peccato commesso. La sua pazienza non ha limiti. Al fico che, nella parabola, da tre anni non dava frutti, egli concesse ancora tempo perché potesse darne (Lc 13,6-9); a noi Dio concede ancora tempo di ravvedimento e di conversione.
Della pazienza di Dio non possiamo però abusare; della pazienza di Dio non vogliamo abusare! “Non aspettare a convertirti al Signore, e non rimandare di giorno in giorno”, esorta la Sacra Scrittura (Sir 5,7).