Dio è un tipo aperto?

Insegnavo Religione in un Liceo e stavo parlando di Dio. All’improvviso uno studente alza la mano e mi chiede: “Prof, secondo Lei Dio è un tipo aperto?” Mai mi sarei aspettato una simile domanda. Che mi avessero chiesto se Dio è buono, se Dio è giusto, come possa Dio permettere tutto il male che c’è nel mondo…, sì, me lo sarei aspettato; ma che mi venisse chiesto se Dio è ‘un tipo aperto’, proprio no! Ebbi un momento d’imbarazzo, feci ricorso a tutte le mie conoscenze biblico-teologiche e risposi: “Sì, Dio è un tipo aperto. Vedi, se non fosse un tipo aperto non avrebbe creato il mondo. Il mondo non esisteva, e Dio lo ha creato; creandolo egli ha fatto uscire da sé potenza, sapienza, bontà. Non sarebbe stato possibile che uscissero da lui potenza, sapienza e bontà, se Dio fosse un tipo chiuso. Da un tipo chiuso non esce nulla. E poi, Dio è un tipo aperto anche perché continua a custodire e a conservare quanto ha creato; egli continua a fare uscire da sé potenza, sapienza, bontà”. Quello studente rimase soddisfatto della mia risposta, mi ringraziò e si mise quieto. Io tirai un sospiro di sollievo; in qualche modo ero riuscito a rispondere… Ma quella domanda continuò ad accompagnarmi anche terminata la lezione, anche nel pomeriggio, anche il giorno dopo. E mi piaceva pensare Dio come ‘un tipo aperto’.

Nella Sacra Scrittura Dio si è rivelato come un Dio sommamente ‘aperto’. Udì il grido degli Ebrei oppressi in Egitto, fece alleanza col popolo di Israele, inviò uno stuolo di profeti a richiamare Israele sulla via del bene, inviò nel mondo nientemeno che suo Figlio a prendersi cura dell’umanità perduta. Più ‘aperto’ di così Dio non sarebbe potuto essere!

Dio, ciò che creò, lo creò ‘aperto’. La natura, creata da lui, è una realtà ‘aperta’. Il sole scalda, l’acqua bagna e disseta, la terra produce erba, fiori, frutti…  tutto il creato dona qualcosa di sé, è proteso al di fuori di sè. Anche l’uomo, Dio lo creò ‘aperto’. Gli occhi, gli orecchi, le narici, la bocca, le mani, tutti i pori della pelle sono altrettante porte che fanno dell’uomo un essere ‘aperto’. Aperto verso il ‘fuori da sé’, verso gli altri. Vivere ‘aperto’ per l’uomo è vivere secondo la propria natura. Come si capisce quanto sia sbagliato l’egoismo, il narcisismo, la chiusura in se stessi e la ricerca del proprio solo interesse! Quanto più l’uomo è ‘aperto’, tanto più è fedele a se stesso e tanto più conserva in sé l’impronta di Dio.

Il Dio ‘aperto’ cerca uomini ‘aperti’ anche verso di sè. Nel libro dell’Apocalisse Gesù dice: “Ecco, io sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” (Ap 3,20). Gesù ha bisogno di porte aperte, di porte che si aprono, di cuori che si spalancano; cuori che si spalancano dal di dentro. Gesù bussa, e bussa soltanto, al cuore dell’uomo. Gesù non forza, non scardina, non fa violenza; Gesù bussa, attende, sollecita, pazienta, spera… e se trova porte che si aprono vi entra con gioia, e vi porta il suo meraviglioso dono!

La domanda del mio studente: “Prof, secondo Lei Dio è un tipo aperto?” mi si trasformò inaspettatamente in una domanda rivolta verso di me e verso la mia vita in modo profondamente provocatorio e salutare: “Io sono un tipo ‘aperto’?”

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