22° Domenica del Tempo ordinario 2017 (forma ordinaria)

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(Ger 20,7-9;   Rm 12,1-2;   Mt 16, 21-27)

Duomo di Belluno, sabato 2 settembre 2017

 

Povero Pietro! Quel giorno si sentì dare del ‘Satana’ da Gesù! Era più di un anno, un anno e mezzo, che Pietro era con Gesù; lo seguiva, lo ascoltava, l’aveva ospitato più volte in casa sua; aveva lasciato il lavoro, la pesca, la barca; si era dato completamente alla sequela del Signore, forse anche con qualche difficoltà in famiglia, famiglia che si vedeva il capofamiglia fare delle scelte che la mettevano in crisi, anche dal punto di vista economico… ed ora Pietro si sente dire da Gesù: “Tu sei per me un satana!” “Ma come? -si sarà detto Pietro- mi sono dato tutto a te, e tu mi chiami ‘Satana’, cioè ‘avversario’, ‘nemico’?” Satana significa ‘nemico’, ed è il nome che indica il nemico per eccellenza, il diavolo. “Tu sei per me un diavolo”, gli dice Gesù. Povero Pietro! Immaginiamolo nel suo sconcerto. Lui si sentiva ‘amico’ di Gesù, e Gesù lo chiama suo ‘nemico’! Com’era possibile?

Gesù diede a Pietro subito la motivazione: “Tu, Pietro, non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini”.  Tu non sei in sintonia con me. Siamo distanti nel modo di pensare, e addirittura tu mi sei un tentatore, perché vorresti farmi deviare dalla via pensata per me da Dio, via che prevede per me sofferenza e croce.

“Tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini” sono parole che ci fanno riflettere. Durante l’ultima cena Gesù disse a riguardo degli apostoli (ma ciò vale per tutti i cristiani): “Padre, essi sono nel mondo, ma non sono del mondo. Non ti chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal Maligno” (Gv 17,14-16). Potrebbe accadere che noi siamo ‘del mondo’, in parte almeno. ‘Del mondo’ è colui che la pensa come il mondo, che si comporta come il mondo, che segue i criteri del mondo. Papa Francesco il 20 settembre 2016, nel corso della sua visita ad Assisi, ebbe a dire: “La Chiesa tutta, papi, vescovi, cardinali, suore, preti si spoglino di ogni mondanità spirituale, di ogni azione che non è per Dio, (…) senza perdersi nel naufragio del mondo”.

Il mondo in cui siamo e in cui viviamo preme, ci stringe e, diciamolo pure, ci assedia da tutte le parti. Il mondo “è posto tutto nel maligno”, dice l’apostolo Giovanni (cfr 1Gv 5,19), e il Maligno ci vuole traviare, allontanare dal vero, dal buono, dal bello, dal giusto, da ciò che è santo e di Dio. Non occorre arrivare ai gruppi satanici, ma ‘mondo e Maligno’ sono anche l’istinto sfrenato di libertà; il culto del corpo e una sessualità sganciata dall’amore vero; ‘mondo e Maligno’ sono la ricchezza, il proprio ‘io’ idolatrati; sono i mezzi di comunicazione sociale che contrabbandano una felicità che starebbe nel successo, nel pieno accontentamento di sé, nei soli beni materiali; ‘mondo e Maligno’ è anche il semplice rumore e fracasso di una società festaiola e spensierata che ruba il silenzio e il tempo di stare con Dio. “Padre, non ti chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal Maligno”.

Un esame di coscienza per verificare se, e in che misura, lo spirito del mondo potesse essersi infiltrato in noi è, di tanto in tanto, quanto mai opportuno, se non addirittura necessario. E’ necessaria vigilanza, molta vigilanza, perché lo spirito del mondo è qualcosa di sottile, di avvolgente, di quasi impercettibile, di suadente e accattivante, così che può accadere che esso entri in noi, e noi ce lo troviamo dentro senza che neppure abbiamo la consapevolezza di come vi sia potuto entrare. Anche perché esso trova degli alleati in noi nelle nostre passioni e nella nostra natura segnata dal peccato. Né è sufficiente essersi decisi per il Signore per esserne del tutto indenni e al riparo. L’apostolo Pietro era da un anno e mezzo con Gesù, eppure… E’ lo stare fermamente col Signore, meditare la sua Parola, vivere con fede i Sacramenti, specialmente la Confessione; è l’ispirarsi e il restare fedeli al Magistero della Chiesa che ci difende dallo spirito del mondo, e ci fa essere quel ‘sale della terra’ e quella ‘luce del mondo’ che il cristiano è chiamato ad essere, per il bene del mondo (cfr Mt 5, 13-14).

don Giovanni Unterberger

 

 

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