18^ domenica del Tempo ordinario (forma ordinaria)

Benvenuto Tisi da Garofalo – Moltiplicazione dei pani e dei pesci – 1528-1531

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(Is 55,1-3;   Rm 8,35. 37-39;   Mt 14,12-21)

Duomo di Belluno, 2 agosto 2020

Dio ha cura di noi: è il messaggio che con evidenza il Vangelo, ma anche la prima e la seconda lettura che abbiamo ascoltato, ci offre.

Gesù, quel giorno, desiderò ritirarsi in un luogo deserto, forse per pregare o, chissà, per riposare; ma venne raggiunto dalla gente che lo cercava, ed egli, allora, anziché negarsi ad essa, si diede a guarire malati e infermi. Gli apostoli, poi, gli suggerirono di congedare la folla affamata perché andasse nei villaggi ad acquistarsi da mangiare, ed egli prese l’iniziativa e la sfamò con una

moltiplicazione di pani prodigiosa.  Il Signore si prende cura delle sue creature.

E’ una verità, questa sempre a rischio dentro di noi; ci pare sempre di essere in pericolo e di essere soli ad affrontare cose e situazioni, come se lui non ci fosse; specialmente quando le difficoltà si fanno più forti. E invece lui c’è, capace di sostenere.

A breve verrà beatificata una semplice donna del popolo, Maria Antonia Samà. Maria Antonia nasce il 2 marzo 1875 a Sant’Andrea Jonio, in provincia di Catanzaro. A 12 anni viene posseduta da uno spirito maligno che la tormenta nell’anima e nel corpo. Portata alla Certosa di Serra san Bruno, in seguito a lunghi e ripetuti esorcismi viene liberata dallo spirito diabolico. Pochi anni dopo cade gravemente ammalata, rimane paralizzata, supina, con le ginocchia alzate. Costretta a letto in questa scomodissima posizione per il resto della sua vita, Maria Antonia vive tutto con fede, con molta preghiera, e invita quelli che vengono a visitarla ad avere sempre fiducia in Dio, in ogni situazione. Si consacra al Signore, e dal suo letto (vi resterà immobile per sessant’anni, fino alla morte, avvenuta il 27 maggio 1953) dispensa coraggio, pace e serenità.

Fu aiutata dal Signore, che ha avuto cura di lei; che pur nella malattia e nella lunga prova, non le lasciò mancare il più: la sua presenza, la sua forza, la sua grazia, la serenità e la gioia. Dio ha cura delle sue creature!

E’ messa alla prova la nostra fede.  “Se aveste fede quanto un granello di senapa -dice Gesù- trasportereste montagne” (cfr Mt 17,20), ma noi talvolta restiamo sommersi anche da semplici colline. Quanto è forte, efficace e salutare ripetersi spesso, molte volte, le parole di Gesù: “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20)! Un esercizio molto utile può essere quello di prendere in mano il Rosario, e ad ogni grano ripetere adagio, con calma, con fede: “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo… Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo… Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo…”. La nostra fede ne verrebbe grandemente rafforzata; la presenza di Gesù ci verrebbe donata come evidenza, come sostegno nelle difficoltà, come viatico nel cammino. Sarebbe un bel modo di andare da Gesù!

La folla, quel giorno, andò da Gesù, lo cercò. Gesù aveva per un momento tentato di sottrarsi (si era imbarcato per ritirarsi in un luogo solitario), ma la folla, capito ove egli era diretto, a piedi lo raggiunse. Senza quella mossa, senza quel cercare Gesù, la gente sarebbe rimasta sola in se stessa, sola con i propri malati, con i propri infermi; sola con la propria mancanza di pane.

 Gesù c’è, e si prende cura di noi; a noi però il cercarlo. Egli con bontà ci invita: “O voi tutti assetati, venite all’acqua, voi che non avete denaro, venite; comprate senza denaro, senza pagare, vino e latte”.

E’ gratis il Signore, benché in se stesso sia la realtà più preziosa, e quindi anche la più costosa, impossibile a noi da acquistare; ma il Signore è gratis! E’ gratis la sua presenza; cerchiamola, allora; desideriamola, domandiamola, e non saremo più soli.

don Giovanni Unterberger

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