
clicca QUI per scaricare l’omelia
(Ap 14,13; Gv 6,51-55)
Belluno, chiesa di san Pietro, 2 novembre 2020
Particolarmente suggestiva la Sequenza ‘Dies irae, dies illa’, che abbiamo appena cantato. Essa ci ha ricordato che questo mondo, la realtà in cui viviamo, è transitoria e passeggera. La realtà presente è già passata per i defunti, che ormai sono approdati alla realtà ultima e definitiva; e questo mondo, che pur continuerà ad esistere dopo di noi, per noi, di fatto, finirà il giorno della nostra morte. Cosa sapiente è usare delle cose di quaggiù come beni non definitivi.
Alla fine della vita l’uomo incontra Dio in un incontro ravvicinato, a tu per tu; e -ci ha detto la Sequenza con una particolare immagine- verrà presentato e aperto un libro su cui è scritta la vita di ciascuno. Avremo di che temere, di che arrossire: “Allora, io misero, che dirò? Quale difensore chiamerò, se neppure il giusto sarà sicuro?”
Abbiamo peccato nella nostra vita, e anche i nostri defunti hanno peccato, ma possiamo nutrire speranza in cuore, per noi e per loro; la Sequenza ci ha detto: Gesù, giudice, è colui che per noi è venuto sulla terra, ha sopportato la fatica di venirci a cercare, è morto in croce per la nostra redenzione. Egli ha perdonato la Maddalena, ha esaudito il ladrone che gli chiedeva pietà in extremis; avrà misericordia anche di noi, e di ogni uomo che, mortale, torna pentito a lui.
L’antifona all’Offertorio ci farà pregare così: “Signore Gesù Cristo, re della gloria, libera le anime di tutti i fedeli defunti dall’abisso, dalle fauci del leone; non permettere che cadano nelle tenebre, ma l’arcangelo san Michele le conduca alla luce santa del paradiso”. La preghiera per i defunti vale molto, perché essi non possono più meritare; possono pregare per noi, ma non meritare per sé. Essi attendono con riconoscenza le nostre preghiere, che li aiutino a percorrere l’ultimo tratto di purificazione fino a giungere all’abbraccio con Dio.
Preghiamo per i defunti; s’intreccino insieme le nostre e le loro preghiere, e il Signore le ascolterà, lui che ha promesso: “Chiedete e vi sarà dato, bussate e vi sarà aperto” (Lc 11,9).
don Giovanni Unterberger