Dovunque il guardo giro, immenso Dio ti vedo,
nell’opre tue t’ammiro, ti riconosco in me.
La terra, il mar, le sfere parlan del tuo potere:
tu sei per tutto; e noi viviamo in Te.
Pietro Metastasio (1698-1782)
Nei miei studi liceali, la parte del programma di Scienze che più mi attrasse, fu quella riguardante l’astronomia. Fin da ragazzo mi fermavo talvolta, la sera, a guardare il cielo, in silenzio, da solo. Ammiravo la luna, che continuamente cambiava, ora mi si presentava piena, ora a forma di falce e ora non la vedevo; mi attiravano soprattutto le stelle, e restavo incantato a guardarle così lontane, disperse in spazi che la mia piccola testolina immaginava immensi, e in cui il pensiero si perdeva… Seppi poi che le galassie sono milioni e milioni, ciascuna con milioni di stelle all’interno di sé; stelle grandi, grandissime, come la VV Cefei, che ha un diametro 2400 volte più grande del sole! Ma anche fissando lo sguardo sul nostro pianeta, quante sono le meraviglie! Si rimane incantati davanti all’immensità del mare, alla solidità delle montagne, alla delicatezza di un fiore, ai colori di un tramonto, alla velocità di volo degli uccelli… Tutto grandioso, bello, commovente!
Eppure, tutto privo di un’‘anima’; privo di quell’anima che possiede l’uomo. “Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza”, disse Dio il sesto giorno della creazione (Gn 1,26). Dopo aver creato, nei giorni precedenti, il mondo, e aver visto che ‘era cosa buona’, Dio, ammirando l’uomo e la donna, capolavoro delle sue mani, esclamò: “È cosa molto buona”! (Gn 1,31). C’è un di più nella creatura umana che non c’è nelle stelle, negli spazi infiniti, negli oceani e in ogni altra creatura, per quanto bella e forte: c’è la capacità di conoscere, di pensare, di decidere, di volere, di programmare, di donarsi, di amare: c’è l’anima umana. Grazie alla sua anima, l’uomo può dare voce al creato, divenendone il ‘sacerdote’ che rende le creature lode al Creatore. L’antico profeta cantava: “Benedite, opere tutte del Signore, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. Benedite sole e luna il Signore; benedite, stelle del cielo, il Signore. Benedite, piogge e rugiade, il Signore; benedite, venti tutti, il Signore…” (cfrDn 3,57-88).
L’anima è ‘dentro’ l’uomo, ne è la dimensione spirituale che gli dà vita, e pur tuttavia resta ‘mistero’. Ne percepiamo le azioni, gli effetti, e tuttavia non sapremmo esattamente definirla. Un po’ come, se può aiutare il paragone, l’elettricità; ne vediamo gli effetti, ma non ne conosciamo in pieno l’essenza.
L’anima umana è la grandezza dell’uomo; il corpo si corrompe, soggiace all’azione logorante del tempo, invecchia, s’indebolisce e muore; l’anima è immortale. È addirittura ‘partner’ di Dio, può entrare in relazione con Lui. Può ascoltare la sua voce, può parlargli, può penetrare i suoi misteri, può accoglierlo in sé. L’anima umana è il punto più alto del creato. Dotata di libertà, può scegliere consapevolmente il bene, aderendo a ciò che è vero, buono e giusto, abbellendo così, sempre di più, se stessa; come può, pure, scegliere il male, a proprio danno e rovina.
Alle volte si sente dire di qualche persona: ‘Che anima bella!’, per indicarne la bontà, la generosità, la dolcezza, la capacità di dono di sé. Giova moltissimo, alla bellezza dell’anima, il rapporto con Dio. È Dio a rendere belle le anime, rivestendole di grazia e di virtù. Quale splendore le anime dei Santi! Di san Francesco d’Assisi, di san Giovanni Bosco, di Padre Massimiliano Kolbe, di santa Teresa di Gesù Bambino, di Madre Teresa di Calcutta, di san Domenico Savio, di san Giuseppe Moscati, di san Giovanni Paolo II….! Tutto l’universo non vale un’anima ‘bella’!
‘Salvarsi l’anima’, è il detto che, sulle labbra del popolo cristiano, esprime la grande impresa da compiere e a cui attendere nella vita. Salvarsi l’anima significa mettersi al sicuro un’eternità felice, ipotecarsi il paradiso, vivere per sempre tra le braccia buone di Dio. Gesù avverte: “Quale vantaggio avrà l’uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima?”(Mt 16,26). “Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; temete piuttosto colui (Satana) che ha il potere di far perire e l’anima e il corpo nella Geenna” (Mt 10,28).
È giusto, ed è volontà di Dio, dare al corpo quanto gli è necessario e gli è dovuto: è un dono di Dio anch’esso, da curare e conservare; ma altrettanto giusto, se non di più, è avere cura dell’anima, perché dalla salvezza d e l l ’ a n i m a dipende la salvezza eterna dello stesso corpo. A t t e n d i a m o , quindi, alla ‘vera cura’ di noi stessi!
don Giovanni Unterberger