Donare e ricevere fiducia

Quando nel 1991 morì il vescovo Gioacchino Muccin, andai a benedirne la salma e, prima di accomiatarmi, gli baciai le mani che mi aveva imposto sul capo nel Rito di Ordinazione, e la fronte, ringraziandolo d’avere avuto fiducia in me ordinandomi sacerdote. Alcuni mesi fa mi recai a Trento a salutare don Armando Costa, ora ultranovantenne, che fu mio educatore in Seminario, per ringraziarlo d’avermi incoraggiato quand’ero giovane seminarista di quarta ginnasio; mi disse: “Forza, Giovanni, puoi diventare un buon prete!”. Porto ancora nel cuore quelle parole, che mi fecero tanto bene e m’incoraggiarono, mi fecero sentire fiducia.

Di fiducia abbiamo bisogno tutti. Papa Luciani, Giovanni Paolo I, nell’udienza che concesse a noi bellunesi la mattina del 3 settembre 1978, giorno del suo solenne inizio di
Pontificato, chiese notizie di un suo vecchio professore di italiano alle scuole medie: “Come sta monsignor Gaio?”, disse; e aggiunse: “Salutatemelo tanto; quando mi correggeva i compiti e mi segnava gli errori con la matita rossa, poi mi diceva: la prossima volta farai meglio!”.

Chissà perché siamo tanto facili e inclini a giudicarci gli uni gli altri, mettendo il dito e sottolineando piuttosto i difetti delle persone, che coglierne il bene, valorizzarne il positivo e far sentire loro fiducia. Possiamo fare tanto bene, donando fiducia! Ne siamo tutti affamati, e ne sentiamo tutti il bisogno, perché tutti, al di là delle doti e delle capacità che possiamo avere, avvertiamo il bisogno di sentirci accolti e riconosciuti. Un principio dell’etica dei Lions clubs recita: “Sii cauto nella critica, generoso nella lode, sempre vòlto a costruire, mai a distruggere”. E san Paolo, nella lettera ai Romani, scrive: “Gareggiate nello stimarvi a vicenda” (Rm 12,10).

Evidentemente è sapienza e carità dare fiducia in modo ragionevole: diversa è la fiducia che si può dare a un bambino, a un adolescente, a un giovane, a una persona adulta. E le persone vanno comunque sempre accompagnate, perché tutti possiamo sbagliare e venire meno alla fiducia che ci fosse stata accordata.

Dare fiducia; e riceverne? Non sempre, forse, ne raccogliamo molta dalle persone… Ma c’è una fiducia grande, che non ci è sempre presente, ed è la fiducia che Dio ha in noi. E’ cosa davvero stupefacente che Dio abbia fiducia nell’uomo! In me, in te, in ciascuna delle sue creature! Pare impossibile, eppure è così.

Non ha forse avuto fiducia Dio nell’affidare il mondo da lui creato in mano agli uomini? Dice il libro della Genesi: “Il Signore prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden,
perché lo coltivasse e lo custodisse”
(Gn 2,15). E ancor oggi il nostro pianeta è affidato a noi, perché ne abbiamo cura e non lo roviniamo.
Non ha forse avuto fiducia il Signore ad affidare la continuazione della sua missione di salvezza a dodici uomini incolti e popolani, gli apostoli (cfr Gv 20,21), e ancor oggi ai vescovi e ai sacerdoti?
Non ha egli fiducia ogni volta che fa nascere un bambino e ne affida il corpo e l’anima alle cure dei suoi genitori? Quel bambino è anche figlio suo!
E non ha forse fiducia il Signore nel dono continuo che ci fa della mente, del cuore, dei sensi, delle cose, nella speranza che ne facciamo buon uso?
Non ha egli fiducia ogni volta che perdona il peccatore, e gli dà una nuova possibilità di riscatto, di rinnovamento, di vita buona e santa? Nel libro del profeta Isaia Dio dice, riferendosi al popolo di Israele da lui tanto beneficato (in quel popolo possiamo vedere anche noi): “Certo, essi sono il mio popolo, figli che non deluderanno” (Is 63,8); e quante delusioni, invece, da quel popolo! Eppure la fiducia di Dio non venne meno: “Ti ho amato di amore eterno, per questo continuo ad esserti fedele” (Gr 31,3); “Le grazie del Signore non sono finite, non sono esaurite le sue misericordie; esse si rinnovano ogni mattina” (Lam 3,22-23).

Il Signore ha fiducia in noi: s’aspetta da noi grandi cose! S’aspetta che gli siamo fedeli, così che con noi egli possa realizzare la sua volontà, il suo Regno, il disegno d’amore e di felicità per il mondo che da sempre ha nella mente e nel cuore.

don Giovanni Unterberger

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