20^ domenica dopo Pentecoste

Salvador Dalì – Bambino malato – 1923

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(Ef 5,15-21; Gv 4, 46-53)

Domenica 23 ottobre 2022, risalente al 6 ottobre  2013

San Paolo scrisse agli Efesini, l’abbiamo sentito nella prima lettura: “Vigilate attentamente sulla vostra condotta, siate ricolmi dello Spirito”. Siamo noi oggi questi “Efesini”, a cui Paolo dice: “fate conto di come vivete; siate ricolmi dello Spirito Santo; permettete che lo Spirito Santo vi invada, vi riempia, vi possegga! Siate totalmente dello Spirito Santo!”.

Chi è lo Spirito Santo? Che compito ha lo Spirito Santo nei nostri riguardi?

Lo Spirito Santo è una persona, e una persona bellissima, una persona buonissima! È una persona divina. È la terza persona della Santissima Trinità. È una persona che ci vuole bene, che ci vuole solo bene, che ci vuole un bene infinito, senza limiti e senza confini.

Lo Spirito Santo conosce il Padre e vuole farci vivere da figli di quel Padre; lo Spirito Santo conosce il Figlio, e vuole stampare in noi l’immagine, il volto del Figlio, del Figlio di Dio. Lo Spirito Santo è un nostro grande amico, un nostro grande benefattore. “Siate ricolmi dello Spirito”, augura ed esorta san Paolo.

Lo Spirito Santo – dicevo – conosce il Padre e vuole farci vivere da figli di quel Padre. Noi non siamo orfani, non siamo senza un padre. A Dio noi possiamo dire, proprio grazie allo Spirito Santo, “abbà, papà” (Rm 8,15). Lo Spirito Santo ci assicura che siamo figli. Un figlio si fida di suo papà; suo papà non gli farà mai del male; suo papà lo proteggerà, lo aiuterà, lo farà crescere. Un figlio si sente al sicuro, se ha un papà. Noi abbiamo Dio come papà. Lo Spirito Santo ci dice: “Fidati di Dio tuo papà; fidati di lui; le sue mani sono solo buone; egli sa fare solo cose buone per te; non temere, non essere troppo preoccupato nella vita. Sentiti figlio, vivi da ‘figlio’ di Dio. Io ho un dono particolare che ti può aiutare a sentirti figlio di Dio, è il dono della ‘pietà’. Chiedimelo; esso ti aiuterà a vivere sereno, fiducioso, perfino gioioso. Sì, perché è bello, è gioia, è serenità avere un papà come Dio! Egli è un papà che ti amerà sempre, che ti terrà nel suo abbraccio sempre, anche qualora tu fossi peccatore. E peccatore lo sei…! ma egli non ti manda via.”

Lo Spirito Santo – dicevo – conosce il Figlio, e vuole stampare in noi l’immagine, il volto del Figlio di Dio. Questo è un altro grande compito dello Spirito Santo nei nostri riguardi. Noi siamo persone riuscite solo se assomiglieremo al Figlio di Dio; saremo persone riuscite nella misura in cui il volto del Figlio di Dio, il volto di Gesù, diventerà il nostro volto.

Che fortunata la Veronica! Offrì un panno a Gesù lungo la via del Calvario per detergergli il sudore e il sangue, e ritirando quel panno vi vide impresso il volto del Signore! Che dono! Che regalo! Come se lo sarà stretto al cuore quel panno, la Veronica! E come l’avrà gelosamente conservato, appassionatamente e frequentemente baciato!

Possiamo essere noi, la nostra persona, la nostra vita, il panno che offriamo allo Spirito Santo e che gli mettiamo nelle mani, perché egli vi imprima il volto del Signore. Il volto di Gesù nel nostro volto; il parlare di Gesù nel nostro parlare, il servire di Gesù nel nostro servire, l’amare di Gesù nel nostro amare, il soffrire di Gesù nel nostro soffrire! È lo Spirito Santo che può compiere questa azione, che può fare di noi un’icona di Cristo, un’immagine vivente di lui, un uomo ben riuscito com’era lui, Gesù!

Vigilate attentamente sulla vostra condotta”, ci ha detto san Paolo. La nostra condotta dev’essere tale da non ostacolare l’azione dello Spirito Santo. Il comportamento più sbagliato e più irragionevole che potremmo assumere sarebbe proprio quello di ostacolare l’azione dello Spirito Santo, di non assecondarla, di non favorirla. “Non rattristate lo Spirito Santo”, dice san Paolo in un altro passo della lettera agli Efesini (Ef 4,30). Lo rattristeremmo se gli impedissimo di agire.

Preghiamo invece così: “Spirito Santo, vieni in me; opera quanto desideri. Col tuo fuoco brucia quanto va distrutto e bruciato; non avere paura di farmi soffrire. Fammi conforme a Gesù; desidero diventare immagine di lui. E fammi vivere da figlio, da figlio di Dio, sicuro di avere un padre; contento e felice che Dio sia mio papà”.

don Giovanni Unterberger

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