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(Is 7,10-14; Ebr 10,4-10; Lc 1,26-38)
risalente al 25 marzo 2014
Questo giorno, giorno in cui il Verbo si fece carne e cambiò la storia del mondo (storia che cominciò ad avere dentro di sé la salvezza, il Salvatore in persona, da storia perduta che era), questo giorno è il giorno non della “propria volontà”, ma della “volontà di un altro”.
La lettera agli Ebrei ci ha parlato del Verbo, e ci ha detto che il Verbo facendosi carne, disse: “Ecco, io vengo, o Dio, per fare la tua volontà”. Il Verbo, incarnandosi, non fece la propria volontà, ma fece la volontà del Padre. Il Vangelo ci ha raccontato di Maria. Nel giorno dell’Annunciazione, di fronte alla proposta dell’angelo, ella disse: “Avvenga per me secondo la tua parola”. Nel giorno dell’Annunciazione Maria non fece la propria volontà, ma fece la volontà di Dio.
La salvezza del mondo è scaturita dall’obbedienza alla volontà di un Altro.
Nel paradiso terrestre i primi uomini fecero la propria volontà. Sembrò loro bene fare la propria volontà, e rovinarono tutto; nel mondo entrò la morte. Dopo di loro tutti gli uomini, e anche noi, abbiamo pensato che fosse bene fare la propria volontà, e la rovina si perpetuò lungo i secoli, la morte estese sempre di più il suo terribile e doloroso dominio.
La salvezza, il ben-essere vero, la gioia, già in questa vita, e poi nell’eternità, dipende dal fare la volontà di un Altro, la “Sua” volontà.
“Ecco, sono la serva del Signore -disse Maria- avvenga per me secondo la tua parola”. “Ecco, io vengo, o Dio, per fare la tua volontà”, disse il Verbo incarnandosi. E’ giorno di Annunciazione, è giorno di Incarnazione, è 25 marzo ogni volta che noi ripetiamo queste parole, ogni volte che diciamo: “Signore, non la mia, ma la tua volontà si compia”.
In quel giorno, in quel momento, nel momento dell’obbedienza, si ferma e si spezza la catena della disobbedienza; si ferma il potere della morte, e nasce nuova vita nel mondo.
Mettiamoci in questa disposizione di cuore; mettiamoci su questa linea, la linea della vita, la linea del “sì”. La nostra vita, il mondo, l’umanità, hanno bisogno di tanti “sì”; hanno bisogno solo di “sì”.
Don Giovanni Unterberger