Liberare la libertà

Mi ha fatto impressione sentire anni fa, in una conferenza, il conferenziere dire: “La nostra libertà ha bisogno di essere liberata”. Non ci avevo mai pensato. Non mi sarei mai immaginato che la mia libertà avesse bisogno di essere liberata. Ma come? Se una libertà è libertà, non è già libera di per sé? Che bisogno ha di essere liberata? Invece è proprio così: la mia libertà ha bisogno di essere liberata.

Nel 1961 Georges Auzou, esegeta francese, scrisse un commento al libro dell’Esodo, che ancora oggi resta un classico. Egli intitolò la sua opera: “Dalla schiavitù al servizio”, intendendo per “servizio” l’obbedienza a Dio, l’alleanza con lui. L’autore mostra come Dio abbia voluto liberare il popolo di Israele dalla schiavitù dell’Egitto per portarlo all’incontro con sé, all’alleanza del Sinai, e per dargli in quell’alleanza, e con quell’alleanza, la vera libertà. La vera libertà, dice Auzou o, meglio, il libro dell’Esodo, sta e consiste nel vivere l’alleanza con Dio, nell’osservare la sua legge. Ma è proprio così?

In effetti, se non osserviamo la legge di Dio, sorgono e si affermano subito dentro di noi mille idoli: il denaro, la smania di successo, la voglia di affermarsi, di dominare, di prevalere; la sete del piacere a tutti i costi… un pantheon di idoli! Idoli che vogliono e pretendono la nostra obbedienza, la nostra sottomissione, la nostra adorazione. E siamo resi schiavi! A questi idoli si aggiungono altri idoli: la tristezza, l’invidia, la preoccupazione per il domani, la paura per l’oggi, la volontà di vendetta su chi ci avesse fatto del male… Tanti idoli che attentano alla nostra libertà. La nostra libertà ha bisogno di essere liberata, liberata dagli idoli, liberata ad opera di Dio. Dio è il liberatore della nostra libertà.

Il libro dell’Esodo ci racconta del popolo di Israele che, liberato dall’Egitto, faceva fatica ad avanzare nel deserto verso la Terra promessa a causa di tante difficoltà; al punto che, ad un certo momento, stava per tornare indietro, per tornare in Egitto: “Non sarebbe meglio per noi tornare in Egitto? – si disse – Diamoci un capo e torniamo in Egitto!” (Num 14,3-4). Il cammino della liberazione della libertà è faticoso.

Scrive Rabrindanath Tagore, poeta indiano:

     “Tenaci sono la catene, ma mi duole in cuore quando cerco di infrangerle.

     Libertà è il mio solo desiderio, ma di sperarla mi vergogno.

     Sono certo che ricchezze inestimabili sono in Te, che il mio migliore amico sei Tu,

     ma non trovo il coraggio di gettare gli orpelli di cui è piena la mia stanza.

     Sono come avvolto in un sudario di polvere e morte,

     lo detesto, eppure lo abbraccio con amore.

     I miei debiti sono numerosi, gravi sono le mie colpe, la mia onta segreta è pesante,

     ma quando vengo a chiedere il mio bene

    tremo di paura al pensiero che la mia preghiera sia esaudita”.

Abbiamo paura della vera libertà, della libertà che è distacco da tutto ciò che egoisticamente ci piace e ci tiene avvinti a sé; abbiamo paura della fatica del cammino di liberazione della nostra libertà.

La verità vi farà liberi”, ha detto Gesù (Gv 8,32), e la Verità è lui: “Io sono la via, la verità e la vita” (Gv 14,6). Gesù, Dio, ci faranno veramente liberi.

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