La bellezza

Un celebre detto della Filosofia Scolastica medioevale recita: “Ens, verum, bonum et pulchrum convertuntur in unum”: l’essere, il vero, il bene e il bello convergono in unità, sono legati e collegati tra di loro; dove c’è l’uno ci sono anche gli altri aspetti. L’ ‘essere’ è qualcosa di ‘buono’ e di positivo rispetto al non essere; è anche ‘vero’, perché possiede una sua propria precisa e definita identità, possiede un suo preciso volto; è anche ‘bello’, perché è bello esistere, rispetto al non esistere. Ciò che è ‘vero’, a sua volta, è anche ‘buono’, perchè la verità è un bene, a fronte dell’errore e della menzogna; ed è pure ‘bello’, perchè la verità è qualcosa di luminoso e di armonioso, di piacevole. Ciò, poi, che è ‘bello’ è anche ‘buono’ e ‘vero’: la bellezza è lo splendore del bene e della verità. La bellezza, dunque, ha la stessa estensione immensa dell’essere, del vero, e del bene. Noi siamo immersi nella bellezza!

A tratti la bellezza ci appare e ci si fa vedere in modo evidente: bello è un fiore, bello è un panorama di montagna, bello è il cielo trapuntato di stelle, bello è l’andare avanti e indietro delle api sui fiori, bello è l’uccello mamma che imbecca i suoi piccoli, bello è il bambino che gioca con l’amico e gli offre la palla, bello è il ragazzo che cede il posto in autobus all’anziano, belle sono le mani callose dell’operaio,  bella è la carezza del papà, della mamma, al proprio bambino, bella è la notte di colui che ha assistito un ammalato in ospedale, belle sono le mani di due nemici che si stringono e fanno la pace, bella è la scelta di donarsi a Dio per tutta la vita…. Quanta bellezza intorno a noi…!

E com’è che spesso siamo portati più a notare il brutto, il difettoso, il disarmonico, lo spigoloso, anziché notare il bello? Chissà mai da dove viene questa nostra brutta piega interiore… da un animo un po’ malato? Il bello ci circonda, ci è accanto, ci è vicino, e spesso noi non lo vediamo. Ci occorrono occhi buoni, occhi chiari, occhi limpidi. Gli occhi sono le finestre del cuore; se il cuore è buono, se il cuore è in pace ed è positivo, gli occhi riusciranno a vedere il bello. E’ importante mettere in atto il metodo giusto. Il metodo giusto è quello di guardare prima al bello, e poi al brutto. Se io guardo prima il bello, il brutto poi lo vedrò ugualmente, non mi sfuggirà; ma se io guardo prima il brutto, il bello poi rischia di sfuggirmi, e io non essere più in grado di vederlo.

E’ tanto importante questo metodo, ad esempio, nei rapporti tra le persone. Dio usa questo metodo: prima vede in noi che siamo suoi figli, e poi vede in noi i nostri peccati e i nostri errori. Ma così fanno anche un papà e una mamma, che vedono nei propri figli prima di tutto le loro creature, e poi gli eventuali loro difetti. E continuano ad amare i propri figli.

L’uomo ha bisogno di bellezza, la cerca, la desidera, ne ha sete; l’uomo è fatto per la bellezza. E il cosmo in cui vive è tanto bello! È pieno di meraviglie! L’uomo, diventando adulto, non deve perdere la capacità di stupirsi che ha il bambino. Il bambino è occhi spalancati sulla realtà, sul mondo; è ‘costituzionalmente’ stupore, meraviglia, ammirazione. Lo scrittore inglese Chesterton dice: “Il mondo non perirà per mancanza di meraviglie, ma per mancanza di meraviglia”.

L’uomo non dev’essere solo spettatore e fruitore di tutto il bello che esiste, ma dev’essere a sua volta ‘creatore’ di bellezza. Tutti abbiamo ammirato cattedrali stupende, opere d’arte figurative meravigliose, ci siamo estasiati in pinacoteche e musei. Quanta bellezza è stata prodotta dall’uomo lungo i secoli! L’arte è forma privilegiata del ‘bello’. Ma tutti possiamo creare una società ‘bella’, comunità ‘belle’, rapporti interpersonali ‘belli’, amicizie ‘belle’, giornate ‘belle’. Molta ‘bellezza’ nel mondo dipende da noi. Crea ‘bellezza’ colui che è ‘bello’ dentro, nella mente e nel cuore.

Col vivo desiderio di conoscere sempre di più la Bellezza increata che è Dio, e attingere da quella ‘Bellezza’ increata e assoluta piena gioia, godimento, e capacità di creare pure noi ‘bellezza’.

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