(Sof 3,14-17; Fil 4,4-7 ; Lc 3,10-18)
Duomo di Belluno, sabato 12 dicembre 2015
Ogni anno la terza domenica d’Avvento è una domenica di gioia. L’antifona d’ingresso inizia con la parola “Rallegratevi”, in latino “Gaudete”; parola che dà il tono a tutta la celebrazione eucaristica. Da secoli questa domenica è detta la domenica “Gaudete”.
Di gioia sono percorse le letture bibliche. Il profeta Sofonia ha detto: “Rallegrati, figlia di Sion, grida di gioia, Israele; esulta e acclama con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme”. ….Rallegrati, grida di gioia, esulta, acclama… C’è gioia! San Paolo nella seconda lettura ha detto: “Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti”. Anche qui c’è gioia. E Giovanni Battista nel Vangelo ci ha detto: “Sta per venire uno che vi battezzerà nello Spirito Santo”. Anche questa notizia è motivo di gioia.
Ma la domenica “Gaudete” di quest’anno è una domenica di gioia del tutto particolare: in tutte le diocesi del mondo cattolico, anche nella nostra diocesi, in questa domenica viene aperta ‘la porta della Misericordia’. Papa Francesco ha voluto donare alla Chiesa, al popolo di Dio, un anno speciale di grazia e di perdono.
La porta della misericordia di Dio è aperta sempre, è spalancata sempre sul mondo, sull’umanità. Dio non saprebbe mai chiudere quella porta, il suo cuore, per nessun motivo e per nessuna ingratitudine, per nessuna offesa che gli uomini potessero arrecargli. Ma il papa, con questo gesto, ha voluto aiutare il popolo cristiano a prendere maggiore coscienza della misericordia di Dio, di quanto essa sia grande, di quanto essa sia infinita; di quanto l’uomo abbia bisogno della misericordia di Dio, invitando l’uomo, ogni peccatore, piccolo e grande, a tuffarsi in quella misericordia.
Si racconta di un giovane che se n’era andato via di casa arrabbiato, si era dato ad una vita cattiva e scostumata, un po’ come il figliol prodigo della parabola. Aveva rubato, imbrogliato, lasciato debiti dappertutto, ed era stato messo in prigione. In prigione era ritornato in sé, aveva ripensato la sua vita e si era pentito; ma il dolore che più gli pesava sul cuore era la sofferenza che egli aveva procurato ai suoi genitori e alla sua famiglia col suo comportamento e col suo essere stato messo in prigione. Insieme a ciò un brutto pensiero si era insinuato nella sua mente: ‘i miei familiari forse non mi vorranno più, mi avranno rifiutato per sempre’.
Un mese prima della fine della pena si fece coraggio, prese carta e penna e scrisse ai suoi di casa: ‘Tra un mese sarò dimesso dal carcere; prenderò il treno e col treno passerò vicino a casa nostra. Se vedrò ad un ramo dell’albero davanti casa un fazzoletto bianco, vorrà dire che siete disposti ad accogliermi, ed allora tornerò; altrimenti me ne andrò via per sempre’. Il giorno che fu dimesso dal carcere, quel giovane passò col treno vicino a casa sua, e vide appesi ai rami dell’albero tanti tanti fazzoletti bianchi, bianchi e di tutti i colori; una festa di fazzoletti! E col cuore commosso e con le lacrime agli occhi si disse: ‘I miei mi vogliono ancora…’; e tornò a casa fiducioso e contento!
Dio ai rami dell’albero della sua misericordia ha appeso tanti ‘fazzoletti bianchi’. Su uno è scritto: “Ritorna, Israele, non ti mostrerò la faccia sdegnata, io sono pietoso” (Ger 3,12). Su un altro è scritto: “L’empio ritorni al Signore che avrà misericordia di lui, al Dio che largamente perdona” (Is 55,7). Su un altro fazzoletto è scritto: “Se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve; se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana” (Is 1,18). Su altro fazzoletto ancora è scritto: “Io perdonerò la loro iniquità e non mi ricorderò più del loro peccato” (Ger 31,34). E su un altro ancora è scritto: “Ti ho amato di amore eterno, per questo ti conservo ancora pietà” (Ger 31,3).
La Sacra Scrittura è piena di questi ‘fazzoletti’ di misericordia, di bontà e di pietà del Signore. Il Signore ci vuole, ci attende, ci spalanca la sua casa. E noi allora ritorneremo; ritorneremo tra le sue braccia, braccia di Padre; braccia di Cristo aperte e inchiodate alla croce per noi; braccia di misericordia e di perdono; braccia di vita e di salvezza.
Tra quelle braccia ci convertiremo; tra quelle braccia cambieremo vita e diventeremo più buoni. Tra quelle braccia impareremo ad essere anche noi misericordiosi e buoni con i nostri fratelli.
don Giovanni Unterberger