Solennità di Cristo Re (forma straordinaria)

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Col 1,12-20;   Gv 19, 33-37

Belluno, chiesa di s. Stefano, 30 ottobre 2016

“Io sono re”, disse Gesù a Pilato, il procuratore romano che lo stava giudicando e che lo avrebbe condannato alla croce. Sulla croce fu fissata una tavoletta con la scritta: “Gesù Nazareno, re dei Giudei” (Gv 19,19); era la causale della condanna: ‘costui si è detto re’. Causale scritta -nota l’evangelista Giovanni- “in ebraico, in latino e in greco” (Gv 19,20), le tre lingue dell’impero romano; proclamazione non pensata e non voluta da Pilato, ma vera, della regalità universale di Gesù. Gesù è il re dell’universo. Accanto a lui re, e contro lui re, sta “il principe di questo mondo”, Satana (Gv 14,30).

Sant’Ignazio di Lojola, nel suo Corso di Esercizi spirituali, propone una meditazione rimasta celebre e che spinge a utili riflessioni: è la meditazione intitolata da lui: ‘I due stendardi’. Il santo parla di due stendardi, due bandiere, che sono l’insegna di due condottieri diversi, “di Cristo. Sommo capitano e Signore nostro, e di Lucifero, mortale nemico della nostra umana natura”.

Ciascuno di questi due condottieri ha la propria bandiera, e sulla bandiera di ciascuno è stampato il proprio programma, sono scritte le proposte di vita e le promesse. Ognuno dei due condottieri invita gli uomini ad arruolarsi sotto la propria bandiera: Cristo sotto la propria, Satana sotto la propria.

Sant’Ignazio procede nella sua riflessione facendo avvertito il cristiano che Satana è un condottiero di menzogna; che Satana mette in atto tutte le sue arti cattive e tende reti e trabocchetti all’anima al fine di attirarla sotto la propria bandiera, farla schiava e portarla alla morte; mentre il condottiero Gesù è un condottiero che porta alla libertà e alla vera vittoria. Superfluo dire che, a conclusione della sua meditazione, il santo esorta fortemente il cristiano a scegliere la bandiera di Cristo, ad arruolarsi nel suo esercito e ad essere un dei suoi fedeli sudditi.

Il prefazio della festa odierna ci indica gli elementi essenziali e i tratti distintivi del regno di Cristo; dice che esso è “regno di verità e di vita, di santità e di grazia, di giustizia, di amore e di pace”. Di questo regno abbiamo bisogno. Abbiamo bisogno di verità, di vita, di giustizia, di amore e di pace.  Il Signore vuole regnare così, chiede di poter regnare così su di noi e nel mondo.

Chiede. Egli non vuole regnare a forza; non vuole imporsi e fare violenza alle menti e ai cuori degli uomini. Chiede, domanda; desidera sudditi liberi per il suo regno. Scrive Charles Peguy: “Tutte le sottomissioni del mondo mi ripugnano -dice Dio- e darei tutto per un ‘sì’ di uomo libero; a questa libertà, a questa gratuità io ho sacrificato tutto, a questo gusto che ho d’essere amato da uomini liberi, liberamente, gratuitamente” (C. Peguy, ‘Il Mistero dei santi innocenti’).

Noi, per bontà e grazia di Dio, abbiamo già fatto la nostra scelta; lo stendardo sotto cui porci e sotto cui militare è lo stendardo di Cristo. Ma vogliamo che la nostra scelta e l’avere Cristo per nostro re, sia realtà sempre più vera nella nostra vita, nelle nostre giornate. Ci sforzeremo che tutto di noi e delle nostre cose sia secondo Cristo, ricapitolato in Cristo, riportato a Cristo, vissuto secondo Cristo e secondo la logica del suo regno.

don Giovanni Unterberger

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