23° Domenica dopo Pentecoste 2017 (forma straordinaria)

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(Fil 3,17-21;    Mt 9,18-26)

Belluno, chiesa di s. Pietro, 12 novembre 2017

 

Gesù guarì la donna che soffriva da dodici anni di emorragia; risuscitò una ragazza di Cafarnao che era morta. Chissà quanto quella donna, quanto quei genitori e quella ragazza stessa gli saranno stati riconoscenti! Quanta gratitudine avranno provato per Gesù e gli avranno dimostrato! Il Vangelo non lo dice, ma possiamo pensare che siano diventati suoi discepoli, che gli abbiano aperto il cuore, e che per loro Gesù sia diventato il punto luminoso della loro vita. Dopo un miracolo così! dopo un dono così grande! Non avranno più potuto dimenticarsi di Gesù, lo avranno sempre tenuto presente nel cuore!

“Rimanete saldi nel Signore” -ci ha esortatati san Paolo nell’epistola- “rimanete saldi nel Signore”. Rimanere saldi in Cristo, ecco il compito.

Gesù era fortemente avversato e contestato da scribi e farisei, dai dottori della legge, le guide spirituali del popolo, ma quei miracolati del Vangelo non si saranno più lasciati staccare da Gesù da nulla, da nessuna propaganda contro di lui, da niente e da nessuno! Gesù era diventato per loro ‘Gesù’; colui senza riferimento al quale non avrebbero più potuto vivere.

“Rimanete saldi in Cristo Gesù”. Noi Gesù lo abbiamo conosciuto, lo abbiamo incontrato; lui ci ha incontrati, ci si è rivelato; ci ha conquistati col suo fascino. “Tu sei il più bello tra i figli dell’uomo”, recita un salmo (Sal 45,3). Noi abbiamo riconosciuto in Gesù ‘il più bello tra i figli dell’uomo’, colui la cui ‘bellezza’ non si trova altrove; le cui parole nessun altro al mondo sa dire; il cui amore nessun altro sa dare. “Tu sei il più bello tra i figli dell’uomo”; tu, Gesù, sei il Figlio di Dio; il buon samaritano che ti sei piegato sulle nostre piaghe; il buon pastore che guida, custodisce e nutre noi tuo gregge; tu sei colui che ci vuole bene, colui che sulla croce tiene aperte le braccia per abbracciarci. Tu ci hai presi, Gesù e conquistati!

“Rimanete saldi nel Signore”, esorta san Paolo. In questo Signore noi vogliamo rimanere’, e rimanervi ‘saldamente’. Il verbo greco ‘stèkete’ (στήκετε), che l’apostolo qui usa per dire ‘rimanere’, significa propriamente ‘stare saldamente, stare fermi, persistere, per nulla smuoversi’. Nulla volgiamo che ci smuova e ci distragga da Gesù: non le occupazioni, non le preoccupazioni, non le fatiche della vita; e neppure le nostre fragilità, debolezze e peccati. Nulla. Anzi, tutto vogliamo che sia occasione per stare con lui, per ricorrere a lui, per stabilirci fermamente in lui.

In lui noi troviamo la pace, la quiete dell’anima, la forza, la fiducia, la consolazione, la speranza per questa vita e per quella futura. In lui troviamo tutto, perché lui, e lui solo, è a misura completa e piena del nostro cuore, del bisogno che abbiamo di senso e di salvezza. “Rimanete saldi nel Signore”. Vi rimarremo con la preghiera, con lo sforzo di vivere la nostra vocazione, con l’impegno di fare tutto con lui e non da soli, col rinnovare sempre di nuovo il fervore qualora si fosse affievolito.

Per l’emorroissa, per i genitori della ragazza di Cafarnao e per la ragazza stessa, Gesù divenne il punto luminoso della loro vita. Lo sia anche per noi.

don Giovanni Unterberger

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