3a domenica di Quaresima (forma straordinaria)

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(Ef 5,1-9;   Lc 11,14-28)

Belluno, chiesa di s. Pietro, 4 marzo 2018

 

Satana è ostinato; non si arrende. E’ stato sconfitto dalla Croce di Cristo e non sarà lui il dominatore ultimo e definitivo del mondo, e ciononostante non smette di combattere, di insidiare l’uomo, di opporsi al disegno e all’opera di Dio; quasi che non fosse Dio, alla fine, a trionfare. E’ proprio irragionevole, Satana, benché sia intelligentissimo; ma la superbia di voler essere come Dio gli annebbia l’intelletto. E’ già vinto, e non cede!

Abbiamo sentito Gesù dire: “Quando un uomo forte, ben armato, fa la guardia al suo palazzo, tutti i suoi beni sono al sicuro”. E’ Satana, fuori di immagine, quest’uomo forte; è Satana che fa la guardia all’anima dell’uomo, la insidia, la tenta, la vuole far capitolare. “Ma se arriva uno più forte di lui -continua Gesù- e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne distribuisce il bottino”. E’ Gesù, fuori di immagine, questo più forte di Satana, che sopraggiunge e lo vince. Ma cosa succede allora?

Succede che Satana non si arrende; “dopo essersi aggirato per luoghi aridi in cerca di riposo e, non trovandone, dice: ‘Ritornerò nella mia casa da dove sono uscito’, prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui”, e torna ad insidiare l’anima che già prima insidiava. Satana è ostinato!

Da lui possiamo imparare qualcosa. Strano che si possa imparare da Satana! Possiamo imparare da lui l’ostinazione, possiamo imitare la sua ostinazione. Nel bene, evidentemente, e non nel male! Fossimo anche noi impegnati, decisi, tenaci, come è tenace Satana, nel fare il bene, nel seguire Gesù, nel mantenere i nostri buoni propositi! San Paolo esorta: “Non stanchiamoci di fare il bene; se infatti non desistiamo, a suo tempo  mieteremo” (Gal 6,9). La tenacia, l’ostinazione, per noi si chiamano ‘perseveranza’. Essere perseveranti, perseverare, è il grande segreto. Vale più scegliere un piccolo impegno e perseverare nell’osservarlo, che impegnarsi in cose grandi e non rimanervi fedeli. Fedeltà e perseveranza portano a risultati grandi e sicuri. Fedeltà e perseveranza nel matrimonio, fedeltà e perseveranza nel lavoro quotidiano, fedeltà e perseveranza fino alla fine.

C’è un tipo particolare di perseveranza che ci è necessario, ed è la perseveranza nel riprendersi sempre di nuovo, nel ricominciare sempre da capo. Ben conosciamo la nostra debolezza e la nostra fragilità; la costanza non è prerogativa della natura umana: di continuo cadiamo, di continuo veniamo meno. E ci è necessaria la perseveranza di rialzarci sempre di nuovo dopo ogni caduta. Alle volte ci viene da scoraggiarci: vado a confessarmi e devo accusarmi sempre degli stessi peccati, sempre delle stesse mancanze… Non importa; coraggio! Con perseveranza ci rialziamo dopo ogni caduta; ci rialziamo con umiltà, con fiducia, con pace nel cuore, rinnovando il proposito di non cadere ancora. E quando di nuovo dovessimo essere caduti, di nuovo persevereremo nel rialzarci. Sempre di nuovo, con perseveranza. Il Signore ama molto questa perseveranza.

Non sappiamo dire da dove Satana prenda la sua ostinazione, da dove la attinga; forse dalla sua cattiveria e dalla rabbia di essere stato vinto e sconfitto da Cristo, per cui si avventa violento contro le creature di Cristo; noi, la nostra perseveranza, la attingiamo dal Signore, dalla sua forza e dalla sua potenza; da lui che è rupe e roccia che non vacilla (cfr Sal 62,3); e, dopo ogni nuova caduta, la attingiamo dalla sua misericordia.

 

don Giovanni Unterberger

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