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(At 4,323-35: 1Gv 5,1-6; Gv 20,19-31)
Duomo di Belluno, sabato 7 aprile 2018
E’ difficile per la natura dell’uomo credere, aderire, essere certa di ciò che non vede e non sperimenta in maniera sensibile. L’uomo è fatto di sensi, di occhi, di orecchi, di mani, di un corpo immerso continuamente in cose che si vedono, che si odono, che si toccano; ciò che non si vede, non si ode e non si tocca resta piuttosto lontano e misterioso. Non faremo quindi una grande colpa all’apostolo Tommaso che ai suoi compagni apostoli che gli dicevano: “Abbiamo visto il Signore!”, rispose: “Se non vedo, se non tocco, non credo”.
Del resto i suoi compagni apostoli erano certi che il Signore era risorto perché l’avevano visto; ma se non l’avessero visto, se non fosse apparso davanti a loro e non l’avessero sentito parlare, riconoscendolo, avrebbero creduto che egli era risorto? Gesù aveva predetto più volte durante la sua vita pubblica che sarebbe risorto il terzo giorno (cfr Mc 8,21), e il terzo giorno era arrivato, era in atto; ma gli apostoli possiamo pensare che credessero che Gesù era risorto, così come aveva predetto? Non è facile pensarlo. Forse anche la loro fede era poca, come quella di Tommaso. Si erano infatti rinchiusi ben bene nel cenacolo.
E noi? Come siamo riguardo alle cose invisibili? C’è un mondo spirituale, invisibile, che non cade direttamente sotto i sensi, e che eppure è reale, realissimo, che in un certo senso è ancora più reale di quello visibile! Dio è invisibile, eppure è reale, realissimo! è addirittura il fondamento di tutto il reale.
Gli angeli sono invisibili, eppure c’è un mondo di angeli, ‘miriadi di miriadi’di angeli, dice il libro dell’Apocalisse (Ap 5,11), che stanno davanti al trono di Dio e lo adorano, lo lodano, lo servono in una perenne liturgia. Alcuni dei suoi angeli il Signore li assegna agli uomini perché li custodiscano e li accompagnino nella vita. Ciascuno di noi ha un angelo custode accanto a sé; ed è bello ricordarsi di lui, pregarlo, ascoltarlo, chiedergli consiglio, dire tutti i giorni: “Angelo di Dio, che sei il mio custode, illumina, custodisci, reggi, governa me che ti fui affidato dalla pietà celeste. Amen”.
Realtà invisibile è lo Spirito Santo che ci abita: “Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?”, dice san Paolo (1Cor 3,16). Noi siamo ‘tabernacoli viventi’ dello Spirito Santo; portiamo in noi questo Ospite di riguardo, invisibile. E lo stesso Ospite è presente, invisibile, nei nostri fratelli, nelle nostre sorelle.
I santi sono invisibili, le anime del purgatorio sono invisibili, eppure essi sono in comunione con noi, e noi con loro. Anche Cristo risorto è invisibile, eppure c’è; è dentro la storia, è dentro le giornate degli uomini; è all’opera, a salvezza del mondo.
Gli apostoli, e Tommaso, l’hanno visto, ma egli sarebbe stato vivo, e risorto, anche se essi non lo avessero visto.
La nostra vita, il nostro cammino sulla terra, si svolge tra realtà visibili e realtà invisibili. I nostri sensi ci tengono legati alle cose visibili, ma le cose visibili non esauriscono tutto l’esistente, tutta la realtà. C’è un mondo invisibile oltre ciò che vediamo; è il mondo a cui siamo destinati, nella dimensione dell’eternità. Ci dia il Signore -chiediamolo come grazia- il dono di credere nell’invisibile; di pensarlo, di desiderarlo, di adeguare il visibile all’invisibile; sarà più bella, più ricca e più vera la nostra vita.
don Giovanni Unterberger