Solennità di Pentecoste

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(At 2,1-11;   Gal 5,16-21;   Gv 15,26-27; 16,12-15)

Duomo di Belluno, sabato 19 maggio 2018

 

“Se tu mandi il tuo Spirito, Signore, è rinnovata la faccia della terra”: così l’antico salmista. Solennità, oggi, di Pentecoste; solennità dello Spirito Santo, disceso, a cinquanta giorni dalla Pasqua, sugli apostoli riuniti insieme, a Gerusalemme.

“Se tu mandi il tuo Spirito, Signore, è rinnovata la faccia della terra”. Fu rinnovata quella ‘faccia della terra’ che era il collegio apostolico. Pietro, Giacomo, Giovanni, Filippo, Tommaso, Andrea e gli altri apostoli, da timidi e impauriti che erano, furono resi dallo Spirito Santo intrepidi testimoni e diffusori del Vangelo, coraggiosi e sicuri davanti a re e a tribunali, capaci di dare il sangue e la vita per Cristo.

“Se tu mandi il tuo Spirito, Signore, è rinnovata la faccia della terra”. Ha bisogno di essere rinnovata la ‘faccia della terra’ che è il mondo d’oggi, questa nostra umanità. Popoli in lotta, armi sempre più potenti e più capaci di colpire, focolai sempre nuovi di scontro e di guerra; ingiustizie e soprusi; finanzia a livello planetario che affama popoli interi; derive di pensiero che giungono a legittimare l’uccisione dell’innocente non ancora nato e ad eliminare l’inabile e l’improduttivo…; davvero ha bisogno di essere rinnovata la faccia della terra!

“Se tu mandi il tuo Spirito, Signore, è rinnovata la faccia della terra”. Ha bisogno di essere rinnovata la ‘faccia della terra’ che è il cuore dell’uomo, il cuore di ogni uomo. “Dal cuore dell’uomo escono intenzioni cattive, dice Gesù: fornicazioni, furti, omicidi, adultéri, cupidigie, malvagità, inganno impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza” (Mc 7,21). Ha bisogno di essere rinnovato il cuore dell’uomo! “Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo; porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i miei statuti e vi farò osservare e mettere in pratica le mie leggi” è la grande antica promessa di Dio all’uomo, promessa sempre viva ed attuale in ogni epoca e in ogni tempo (Ez 36,26-27). Il Signore ci vuole dare il suo Spirito, unica, vera, risolutiva risorsa per il rinnovamento della faccia della terra. L’uomo da solo non è capace, non ce la fa, per quanto si sforzi: “Senza di me, e senza il mio Spirito, non potere fare nulla”, ci ha detto Gesù, rivelandoci, anche se bruciante, la verità di noi stessi (Gv 15,5).

E allora qual è l’atteggiamento giusto dell’uomo? l’atteggiamento saggio, anzi, semplicemente, l’atteggiamento ‘ragionevole’? E’ ragionevole diventare ‘mendicanti’ di Spirito Santo; uomini, donne, che vanno davanti a Dio e dicono: “Signore, ti prego, dammi lo Spirito Santo; ho bisogno di Spirito Santo, del tuo Spirito! Vedi come sono ‘sbandato’, come sono in balìa del mio spirito, che mi trascina e spinge di qua e di là, spesso dove non vorrei andare, nel male e nel peccato in cui non vorrei cadere. Sono un povero… Ma non voglio restare un semplice povero, voglio diventare un povero ‘mendicante’, un povero che mendica, che domanda, che chiede a te, con insistenza e con fiducia. Con tanta fiducia, perché tu hai detto: “Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!” (Lc 11,11-13).

Tu vuoi darci lo Spirito Santo! Non dobbiamo convincerti, sforzarti, a darcelo; è il dono che tu ci vuoi fare. E allora aiutaci a chiedertelo; perché siamo talmente poveri e deboli che, pur avendo bisogno di Spirito Santo, neppure, spesso, ci ricordiamo di chiedertelo; e non te lo chiediamo! Siamo davvero poveri!! E tu, nella tua bontà, ce lo darai: lo Spirito di sapienza, di intelletto, di consiglio, di fortezza, di scienza, di pietà e di timor di Dio”.

Così sarà rinnovata la ‘faccia della terra’ del nostro cuore; e ti chiediamo, Signore, per il mondo: Rinnova la faccia di tutta la terra, di tutta l’umanità.

don Giovani Unterberger

 

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