8a domenica dopo Pentecoste (forma straordinaria)

clicca QUI per scaricare l’omelia

(Rm 8,12-17;   Lc 16,1-9)

Belluno, chiesa di s. Pietro, 15 luglio 2018

 “Fratelli -ci ha detto l’apostolo Paolo- non siamo debitori verso la carne per vivere secondo la carne. Se infatti vivrete secondo la carne, morirete; ma se, mediante lo Spirito, farete morire le opere della carne, vivrete”. ‘Carne’ e ‘Spirito’.

Per ‘carne’ Paolo intende la natura umana segnata e abitata da una forza che la spinge al male, al peccato; per ‘Spirito’ egli intende lo Spirito Santo. ‘Carne’ e ‘Spirito: due realtà opposte tra di loro; l’una che porta alla morte l’altra che conduce alla vita.

Il fattore della parabola si comportò secondo la ‘carne’: lasciò libero campo alla sua avidità, al desiderio di arricchire; per soddisfare l’avidità cedette alla frode, maggiorò il prezzo dell’olio e del grano che vendeva; per coprire la frode agì nella falsità, cercando di tenere nascosto il suo comportamento agli occhi del padrone. E quale fu l’esito? Quel fattore venne sollevato dall’incarico, si trovò improvvisamente senza impiego e senza lavoro: “Che cosa sento dire di te?   -gli disse il padrone- Rendimi conto della tua attività, perché ormai non potrai più essere mio fattore”.

Il seguire la ‘carne’ porta alla morte, e per ‘morte’ Paolo non intende tanto, e solo, la morte fisica, ma la morte spirituale, la rovina e la dannazione eterna. Occorre ‘mettere a morte’ la ‘carne’, mortificare e combattere tutto ciò che nella natura umana v’è di sbagliato, di vizioso, di peccaminoso. Occorre seguire lo Spirito, o -meglio- occorre lasciarsi guidare dallo Spirito. Lo Spirito Santo deve diventare il condottiero, la guida del vivere. Una vita vissuta a guida di Spirito Santo si fa santa, diventa vita da ‘figli di Dio’: “Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio -ci ha detto Paolo- sono figli di Dio e a Dio possono gridare: Abbà, Padre!”

Il diacono santo Stefano a Gerusalemme, poco dopo la morte e la risurrezione di Gesù, fu arrestato e condotto davanti al Sinedrio, che lo condannò alla lapidazione. Nella sua autodifesa Stefano ebbe parole dure contro i suoi accusatori: “O gente testarda e pagana nel cuore -disse- voi sempre opponete resistenza allo Spirito Santo” (At 7,51). E’ la cosa da non fare: opporre resistenza allo Spirito Santo.

Si oppone resistenza allo Spirito Santo ogni volta che si lascia cadere e non si obbedisce ad una sua buona ispirazione che egli ci fa nascere in cuore: un desiderio di pregare, un impulso ad aiutare, a perdonare; ogni volta che ci mettiamo noi al comando della nostra vita col nostro fare, progettare e decidere, e non lasciamo spazio a lui, allo Spirito Santo, alla sua voce, al suo progetto, alla strada su cui egli vuole avviarci e condurci.

Se ad avere il primato in noi non è lo Spirito Santo, irrompe di colpo e inevitabilmente la ‘carne’ con le sue passioni, le sue voglie e i suoi istinti. E noi siamo travolti dalla ‘carne’, perché la ‘carne’ è più forte di noi, e solo lo Spirito Santo può vincerla, sottometterla e dominarla. “Sine tuo nùmine nihil est in hòmine, nihil est innòxium”, canta una strofa del ‘Veni Sancte Spiritus’: “Senza la tua forza nulla è nell’uomo, nulla senza colpa”. La pietà della Chiesa ha composto una serie di Litanie in onore dello Spirito Santo: “Spirito di sapienza e di consiglio, vieni nei nostri cuori; Spirito di fortezza e di bontà, di misericordia e di pazienza, di umiltà e di castità, vieni nei nostri cuori. Spirito di grazia e di preghiera, di pace e di mitezza, Spirito consolatore, vieni nei nostri cuori”.

Preghiamo lo Spirito Santo, invochiamo lo Spirito Santo, assecondiamo lo Spirito Santo, e la nostra ‘carne’ sarà guarita, sanata, resa conforme al volere di Dio.

don Giovanni Unterberger

Questa voce è stata pubblicata in Omelie di Don Giovanni. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.