Festa della presentazione di Gesù al tempio

Tintoretto – Presentazione di Gesù al tempio – 1554-1556

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(Mal 3,1-4;    Lc 2,22-32)

Belluno, chiesa di san Pietro, 2 febbraio 2021

La festa della presentazione di Gesù Bambino al tempio è festa di luce; si ricollega al Natale, notte di luce; il prefazio della Messa di oggi, infatti, è il prefazio di Natale. Il vecchio Simeone, quando ebbe tra le braccia il Bambino Gesù, disse di lui: “Questi è la luce per la rivelazione a tutti i popoli”.

Fin dal secolo decimo d.C. questa festa è arricchita dalla benedizione delle candele e dalla processione con le luci accese, a simboleggiare Cristo luce del mondo. Un’antica simbologia vede nella cera della candela, che bruciando si consuma, indicata l’umanità di Cristo, un’umanità che si è consumata nel sacrificio, fino al dono della vita sulla croce; e nella fiamma della candela vede la divinità di Cristo, divinità apparsa luminosa per il consumasi della carne del Signore. Brilla colui che si dona, brilla colui che ama, così come la candela dà luce consumandosi.

Questo è il modo di brillare di Cristo e quindi del cristiano: non tenere per sé la propria vita, ma donarla. Il mondo ha bisogno di questa luce, perché tanto buio lo avvolge, e fitta oscurità di egoismo e di bassi interessi la raggela. Ogni gesto buono è una luce che si accende, una fiamma che illumina e riscalda. Il cristiano, seguace di Cristo-luce, dev’essere il primo, fra gli uomini, a risplendere; e il cristiano sa da dove attingere la luce. L’uomo non è luce da sé, solo Cristo è vera luce; e solo Cristo può rendere luminoso l’uomo, farlo capace di accendere tante luci, con gesti, anche semplici, di amore e di bontà. La candela, che porteremo a casa, ci ricordi tutto questo.

Inoltre, la candela che porteremo a casa è una candela profumata; ci può ricordare le parole dell’apostolo Paolo, che ai cristiani di Corinto scrisse: “Voi siete il profumo di Cristo” (2Cor 2,15). Ci dia il Signore di essere luce e profumo nel mondo.

don Giovanni Unterberger

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