Coscienze da rivedere

Lo scorso 7 dicembre 2018, al teatro comunale di Belluno, il gruppo teatrale ‘Oblivion’ ha messo in scena uno spettacolo dal titolo “La Bibbia riveduta e scorretta”, una presentazione di personaggi ed episodi biblici in modo disgustoso e dissacrante. Gesù è stato presentato come un hippy ante litteram, anzi un rapper, che si fa chiamare JC (da leggere all’americana ‘GeiSì’), e pone mille domande a suo Padre, che però chiama ‘zio’. Dio Padre s’innamora della segretaria di Gutenberg, l’inventore della stampa, a cui si era rivolto per far pubblicare la Bibbia; e viene quasi ripudiato da suo figlio Gesù, per averlo affidato a un falegname essendo egli troppo impegnato nel creare il mondo. L’Ultima cena è diventata l’occasione per bere una birra ‘marca Corona’ alla Spina, e la passione del Signore una seduta di Ponzio Pilates in palestra (Pilates è la denominazione di un particolare sistema di allenamento).

Non vogliamo pensare che i cinque componenti l’‘Oblivion’ abbiano avuto intenzioni perverse e volutamente blasfeme, ma soltanto l’intenzione di divertire (oltre che di guadagnare), per cui la loro coscienza probabilmente si sente tranquilla, tenuto conto anche del fatto che hanno già programmato trenta repliche, in tutta Italia, nei soli primi tre mesi del 2019. Ma la domanda è: “la loro coscienza ha colto il giusto, ha colto il vero?”.

La coscienza è una realtà straordinaria, un dono prezioso e grande di Dio e, al tempo stesso, una realtà delicata. La coscienza è il punto della mente e del cuore dell’uomo in cui il Signore gli parla per guidarlo alla verità e al bene. L’uomo deve seguire la propria coscienza; ma la coscienza, intesa come capacità di ascoltare la voce di Dio, è sempre disposta e capace di farlo?

La coscienza dell’uomo potrebbe essere offuscata, deformata, erronea. Ci sono casi eclatanti di coscienza deformata: popolazioni riconoscono come normale la poligamia; popoli dicono lecito l’aborto, che in realtà è un omicidio; persone ricchissime non avvertono l’ingiustizia di possedere molto, ben oltre il superfluo, mentre altri uomini versano nella miseria e nella fame. E in fatto di sessualità, la coscienza è sempre giusta e nella verità? Condizionamenti che provengono da ‘dentro di sé’ (passioni, interessi, attaccamenti smodati a cui non si vuole rinunciare, tendenza all’auto-giustificazione…), e condizionamenti provenienti da ‘fuori di sé’ (cultura libertaria, correnti di pensiero errate, prassi comune affermata…) facilmente offuscano la coscienza, e portano a ritenere bene il male e male il bene. In particolare la Parola di Dio è severa con coloro che, con coscienza deformata, contribuiscono a loro volta a che si formino coscienze deformate: “Guai a coloro – dice il Signore – che chiamano bene il male e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l’amaro in dolce e il dolce in amaro” (Is 5,20).

Ogni uomo ha il dovere di formarsi una coscienza retta, perché solo una coscienza retta può guidarlo alla verità e al bene. Mezzo che vi contribuisce in modo decisivo è il confronto con la Parola di Dio, la Sacra Scrittura, che contiene il pensiero di Dio e il suo modo di vedere le cose. Altro mezzo, di capitale importanza, è l’ascolto e l’obbedienza agli insegnamenti della Chiesa, che, assistita dallo Spirito Santo, interpreta correttamente e autorevolmente la Sacra Scrittura, indicandone i contenuti e le implicazioni.

Di fronte a correnti di pensiero errate, a leggi umane contrarie alla legge di Dio, a proposte di vita anti-evangeliche, occorre prendere nettamente le distanze; l’obiezione di coscienza diventa un preciso dovere. E – tornando allo spettacolo degli ‘Oblivion’- come avrebbero dovuto, gli spettatori cristiani presenti, secondo coscienza, alzarsi a metà rappresentazione, e uscire dal teatro!

don Giovanni Unterberger

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