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(Ger 38,4-6. 8-10; Ebr 12,1-4; Lc 12,49-53)
Sabato13 agosto 2022, risalente al 17 agosto 2013
Gesù, uomo di divisione. In che modo? in che senso?
Non fu Gesù uomo di comunione? Non venne per fare di tutti i popoli -come dice san Paolo- un popolo solo? (Ef 2,14-18). Non ha egli pregato, l’ultima sera della sua vita, per l’unità dei cristiani e di tutti gli uomini? (Gv 17,20-23). Non ci ha egli lasciato il comandamento dell’amore (Gv 13,34), e l’amore non è forse l’elemento che costruisce comunione? In che senso, dunque, e in che modo Gesù è divisione, è spada che separa?
Immaginiamo la folla sulle rive del lago di Genezareth, o sui pendii di una delle colline sovrastanti il lago; la gente ascolta Gesù che parla, che insegna. Gesù dice: “Vendete ciò che avete e datelo in elemosina, fatevi borse che non invecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli” (Lc 12,33). Tra quella gente c’è un giovane generoso, dal cuore grande e sensibile. Viene toccato profondamente da quelle parole, torna a casa e dice a suo padre: “Papà, noi abbiamo troppe cose, siamo ricchi, stiamo bene. Diamo parte delle nostre ricchezze ai poveri; c’è gente, anche qui nel nostro villaggio, che fa fatica a tirare avanti, tu lo sai; facciamo parte dei nostri beni con loro”. E il padre gli risponde: “Calma, figliolo. I beni che abbiamo me li sono guadagnati io con queste mie mani e col sudore della mia fronte; ora non mi va proprio di darli via, così…, per niente. Si ingegnino anche loro e si diano da fare, se vogliono stare bene”. Tra padre e figlio è scesa una spada, è scesa la parola, la proposta di Gesù; essa ha messo padre contro figlio e figlio contro padre; ha creato divisione.
Gesù predica e insegna; dice: “Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, pregate per coloro che vi maltrattano; perdonate (Lc 6,27-38) Tra la gente che lo ascolta c’è una ragazza; essa soffre per dissapori e contrasti tra la sua famiglia e le famiglie dei parenti. Quelle parole le sembrano vere, belle, giuste. Va a casa e dice a sua madre: “Mamma, perdoniamo a quei nostri parenti, facciamo loro un gesto di bontà, lanciamo loro un segnale di distensione e di comunione”. E la madre le risponde: “No, proprio. Ci hanno trattato troppo male; non si fa così. Troppo comodo che si sentano riaccolti come niente fosse stato, come niente fosse successo. Con loro, basta; chiuso! E non voglio che neanche tu vada a trovarli, a salutarli, e mantenga rapporti di amicizia, di parentela”. Tra madre e figlia è scesa una spada, è scesa la parola, la proposta di Gesù; essa ha messo madre contro figlia e figlia contro madre; ha creato divisione. Nella stessa famiglia!
Gesù si rivela “divisione”. La verità, il bene, si rivelano “divisione”. In realtà non è la verità, e non è il bene, ad essere “divisione”; non è Gesù ad essere “divisione”, ma sono le risposte degli uomini di fronte alla verità, al bene e a Gesù, a creare “divisione”. Gli uomini si trovano divisi tra di loro in base alla posizione che assumono di fronte alla verità, a ciò che è bene, a ciò che è giusto, a ciò che è secondo Dio, a quello che è il Vangelo di Gesù. Siamo noi a dividerci di fronte a Gesù, non è Gesù che ci divide.
Ora, chi accetta Gesù, chi segue la sua verità e la sua proposta di vita non può, per il quieto vivere, per ottenere comunione con chi non segue Cristo, venire meno alla sequela di Cristo. Deve saper sopportare la persecuzione e l’offesa, il maltrattamento e il rifiuto, come ha fatto Cristo, che non è venuto meno alla verità, l’ha proclamata e vissuta, e per questo fu ucciso. Sarebbe una falsa comunione quella ottenuta rinunciando alla sequela di Cristo e adeguandosi a chi Cristo non lo segue e non lo vuole seguire. Sarebbe una falsa comunione.
Ricordiamo, poi, che la divisione che nasce a seguito della accettazione o non accettazione di Gesù è una divisione che, in chi accetta Gesù, non ha nulla di odio, di rancore e di disprezzo verso chi Gesù non lo accetta. La spada e la divisione che Gesù dice di essere venuto a portare non sono per nulla una divisione e una spada violenta, che colpisce, che trafigge, che uccide. E’ una divisione e una spada invece che tende a convertire, a richiamare, a riportare il fratello, la sorella, sulla via della verità, del bene; sulla via del Signore. Così ha fatto Gesù, che pur sentendosi “diviso”, non ascoltato e rifiutato da molti, dai più, a causa della verità che proclamava, è rimasto fedele alla verità; e tuttavia ha continuato a volere bene e ad amare chi la sua verità la contestava e la rifiutava.
Anche oggi il mondo ha bisogno di verità; ha bisogno di persone, di cristiani coerenti e fedeli a Cristo, che sanno stare in perfetta linea di pensiero e di comportamento con lui. Cristiani che non vengono meno e che sanno sopportare anche odio e persecuzione; e che, al tempo stesso, sanno dare la loro testimonianza di verità con una misura alta di carità.
Ci conceda il Signore di essere noi stessi testimoni di verità così. Avremo reso al mondo il servizio più, grande, più utile e più salvifico che si possa rendere e donare.
don Giovanni Unterberger