Solennità dell’Epifania

Leonardo da Vinci – L’Adorazione dei Magi – 1481-1482

clicca QUI per scaricare l’omelia

(Is 60,1-6; Mt 2,1-12)

6 gennaio 2023, risalente al 6 gennaio 2014

Penso che abbiamo sentito tutti, nella nostra fanciullezza o adolescenza, raccontare di uomini ricercatori d’oro, che sono andati in terre lontane, hanno attraversato oceani, hanno scavato miniere, hanno setacciato il letto di fiumi, alla ricerca di quel metallo prezioso che li avrebbe potuti arricchire e dare agio alla loro vita.

I Magi del Vangelo non andarono in cerca di oro, anzi se ne privarono essi stessi, volontariamente, e lo deposero ai piedi di Gesù appena nato, insieme a incenso e a mirra. Essi andarono in cerca di altro, di un bene più prezioso; di Colui che l’oro addirittura lo aveva fatto. Essi andarono in cerca del Re dei re, del Signore dei signori, del Messia nato tra gli uomini, del Salvatore del mondo. Essi sono l’espressione e l’esempio dei veri ricercatori, dei ricercatori saggi e avveduti.

L’uomo, ogni uomo, è un ricercatore; è un ricercatore per natura. L’uomo cerca, desidera, vuole conoscere, vuole avere, vuole raggiungere, vuole possedere. Un uomo che non cercasse più nulla sarebbe un uomo finito, un uomo che avrebbe perso se stesso.

Ma “cosa” cercare?  e  “come” cercare? Sono domande, queste, importanti, perché non basta cercare, occorre cercare ciò che vale, ciò che è veramente prezioso; e occorre cercarlo non modo giusto, così da raggiungerlo e riuscire ad ottenerlo.

I Magi cercarono Dio. Nella stella singolare che essi, scrutatori del cielo, scorsero tra le altre stelle, riconobbero un richiamo dall’alto, e si mossero. Il mondo, la società in cui viviamo, spesso non ci sollecita a cercare nella direzione giusta; ci depista, piuttosto, dalla direzione giusta; ci spinge a cercare notorietà, fama, prestigio, avere, possesso, accontentamento di ogni desiderio e piacere sensibile e anche sensuale. Non ci aiuta a cercare Dio. Eppure la vera ricerca, quella che veramente ha valore e senso, quella che può fare felice il nostro cuore già su questa terra, e nell’eternità, è la ricerca di Dio. Anche noi, come i Magi, dobbiamo cercare Betlemme, dobbiamo arrivare a Betlemme, a Cristo Gesù. Lì ebbe fine e termine il viaggio di ricerca dei Magi; lì, e solo lì, può acquietarsi la nostra ricerca, perché siamo fatti per Dio, e solo Dio è la risposta compiuta e piena al nostro andare, al nostro desiderare, al nostro cercare.

I Magi, ricercatori perfetti, ci insegnano anche “come” cercare Dio. Ci insegnano anzitutto la vigilanza. I Magi vegliavano di notte per scrutare il cielo, videro un segno strano, diverso, nuovo fra tutti; non se lo lasciarono sfuggire; lo fissarono, lo studiarono, lo analizzarono, lo interpretarono; si dissero: “E’ nato un re in Israele! Andiamo a rendergli omaggio, andiamo ad adorarlo”. E si misero in cammino.

Quale grande cammino fa fare il Signore all’anima vigilante, desta e pronta a cogliere tutti i suoi segni, tutte le sue indicazioni, tutti i suoi impulsi! Forse noi lasciamo cadere tanti cenni di Dio, tante sue voci, tante sollecitazioni interiori con sui lo Spirito Santo vorrebbe farci camminare, anzi correre, sulla via del bene, sulla via della santità. Non viviamo, fratelli, da assonnati, da distratti, da ciechi e sordi davanti ai segni di Dio!

I Magi, poi, ci insegnano la perseveranza. Il loro cammino verso Betlemme dovette essere duro, faticoso; venivano da lontano; ad un certo punto la stella che era loro apparsa si nascose e non la videro più; ma i Magi non si fermarono, perseverarono nel cammino, sopportarono fatica, dubbio, incertezza. Anche nel cammino di ricerca di Dio occorre perseverare. Non sempre tutto è facile; ci si può trovare davanti a scelte impegnative ed esigenti; alle volte Dio sembra tacere, sembra essere diventato muto, essersi fatto assente. Occorre perseverare, continuare a camminare, a  cercare, con fiducia, con speranza, con la certezza che Dio poi si fa trovare.

I Magi ci sono anche maestri di umiltà. Giunti a Gerusalemme, senza più la stella che li guida, chiedono aiuto, chiedono consiglio. Vanno da Erode e domandano: “Dov’è il re dei Giudei che è nato?” L’umile si fa guidare; l’umile chiede aiuto; non presume di fare tutto da sé. Anche nella ricerca di Dio egli si affida ad un fratello, ad una sorella di fede che lo possa orientare e indirizzare. Insieme ad una guida si cammina meglio, si cammina più sicuri.

E, infine, i Magi ci sono esempio di generosità. Portano a Gesù Bambino doni preziosi: oro, incenso e mirra, quanto di meglio essi hanno. Nella ricerca di Dio occorre essere disposti a dare tutto ciò che si ha e ciò che si è, senza riserve e senza limitazioni. Allora si arriva davvero a Betlemme, allora si arriva davvero a Dio.

Festa dei Magi, oggi; festa di tutti coloro che si mettono in cammino. Sia questa festa, sia questa Liturgia, la stella che ci chiama, che ci sprona, e che ci mette in movimento, in cammino. C’è un Dio che ci aspetta.

Don Giovanni Unterberger

Questa voce è stata pubblicata in Omelie di Don Giovanni, Uncategorized. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.