1^ domenica di Quaresima – forma ordinaria

Tiziano Vecellio – Adamo ed Eva nel Paradiso terrestre – 1550 ca

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(Gn 9,8-15;   1Pt 3,18-22;   Mc 1,12-15)

sabato 17 febbraio 2024, risalente al 21 febbraio 2015

“Amicizia”  potrebbe essere un sinonimo, più vicino a noi, di “alleanza”. Nella prima lettura ci è stato parlato di alleanza, dell’alleanza di Dio con Noè e con i suoi figli e discendenti. Dio disse: “Quanto a me, ecco io stabilisco la mia alleanza con voi e con i vostri discendenti dopo di voi”. Dio stabilisce alleanza, Dio stabilisce amicizia, offre amicizia. Dio vuole essere amico dell’uomo e dell’umanità.

Povero Dio! Fu accusato, calunniato dal serpente nel paradiso terrestre, quando il serpente, Satana, disse ad Eva: “Mangia il frutto dell’albero della scienza del bene e del male; diventerai come Dio! Dio non vuole che tu ne mangi perché egli sa che qualora tu ne mangiassi, diventeresti come lui, e ciò Dio non lo vuole affatto. Dio non ti vuole bene; Dio non è tuo amico; Dio è tuo nemico!”  Fu l’accusa, la calunnia lanciata da Satana contro Dio! (Gn 3,4-5).

A fronte delle parole di Satana sta la parola di Dio stesso: “Quanto a me, ecco io stabilisco la mia alleanza -la mia amicizia- con voi e con i vostri discendenti dopo di voi”. Dio è un Dio di amicizia.

L’amicizia di Dio offerta a Noè e ai suoi discendenti non fu la prima ad essere stata offerta all’uomo. Dio aveva già offerto la sua amicizia ad Adamo ed Eva, i nostri progenitori; ma quell’amicizia fu rifiutata, fu tradita. Dio però, misericordioso e buono, rioffrì amicizia. Egli offre di continuo amicizia, generazione umana dopo generazione umana.

Dio offrì amicizia in particolare, e nel grado sommo, in Cristo Gesù. Gesù fu l’amico di Dio che rimase fedele a lui in misura piena e perfetta, e che con la sua fedeltà a Dio rese tutti noi, di nuovo, e in modo definitivo, amici di Dio.

Il breve racconto delle tentazioni di Gesù offertoci da Marco nel Vangelo ci ha presentato un Gesù obbediente al Padre che godeva di un’ amicizia assoluta e piena non solo con Dio, ma anche con tutto il mondo soprannaturale (“gli angeli lo servivano”) e con tutto il mondo naturale (“stava con le bestie selvatiche”). Gesù, fedele alla volontà del Padre, era amico di tutto e di tutti, dentro un’armonia che non conosceva difetto.

In quell’amicizia e in quell’armonia Gesù vuole attirare anche noi. In quell’amicizia e in quell’armonia noi possiamo entrare, vivendo in Gesù e diventando simili a lui.

Il celebre filosofo ed oratore Cicerone, nel suo trattato sull’amicizia, dice: “Amicitia aut pares invenit aut pares facit”: l’amicizia o trova due persone già simili tra loro, o le rende simili tra loro. Noi non siamo ancora del tutto simili a Gesù. Il nostro modo di pensare non è ancora del tutto il suo modo di pensare; il nostro modo di agire, di reagire di fronte alle cose, ai fatti, agli avvenimenti, non è ancora perfettamente il suo modo di agire e di reagire. L’amicizia con lui, via maestra all’amicizia con Dio, non ci trova ancora del tutto simili, uguali a Cristo; l’amicizia con lui, però, può renderci tali, simili a Cristo.

Ecco allora il suo invito: “Convertitevi e credete nel Vangelo”. Abbiamo bisogno di conversione e di adesione al Vangelo di Gesù. La Quaresima che ci sta davanti, e che abbiamo iniziato col Mercoledì delle ceneri, giorno in cui il sacerdote nell’atto di imporci le ceneri ci ha rivolto proprio queste parole di Gesù: “Convertitevi e credete al Vangelo”… la Quaresima che ci sta davanti ci si presenta come il tempo della conversione e dell’adesione forte al Vangelo, per permettere all’amicizia di Gesù di renderci simili a lui.

Ci aiuterà a diventare simili a Gesù, a pensare come lui pensa, il meditare la parola di Gesù che troviamo nei Vangeli; ci aiuterà a diventare simili a Gesù, a comportarci come lui si comportava, la preghiera, il digiuno, la penitenza, la mortificazione di tutto ciò che in noi non è ancora secondo il suo cuore e il suo stile di vita.

In tal modo vivremo l’amicizia con Dio; onoreremo la sua alleanza con noi; avremo tutti i beni di pace, di gioia, di salvezza, di vita eterna che l’alleanza con un simile Alleato, Dio, comporta. E saremo pronti per la Pasqua di risurrezione, pronti a risorgere anche noi con Cristo a una vita più buona e più santa.

don Giovanni Unterberger

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