Solennità dell’Immacolata Concezione di Maria

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(Gn 3,9-15. 20;   Ef 1,3-6. 11-12;   Lc 1,26-38)

Duomo di Belluno, 8 dicembre 2019

Era il 25 marzo 1858 quando, nella grotta di Massabielle a Lourdes, la Madonna svelò a Bernardette Soubirous la sua identità: “Io sono l’Immacolata Concezione”. Era la sedicesima volta che la Vergine le appariva, a partire dall’11 febbraio (sarebbero poi seguite altre due apparizioni), ma la Madonna fino allora era stata sempre in silenzio ed aveva solo sorriso; quel giorno invece rivelò chi era. Glielo chiese esplicitamente Bernardette, su ordine del parroco del paese, che faticava a credere all’autenticità delle apparizioni, e voleva avere qualche elemento chiaro e concreto. Papa Pio IX aveva proclamato il dogma dell’Immacolata Concezione di Maria quattro anni prima, verità che il popolo cristiano credeva e custodiva da secoli.

Fa pensare il fatto che la Madonna si sia presentata come l’Immacolata Concezione proprio il 25 marzo, giorno in cui ricorre la festa dell’Annunciazione di Maria e dell’Incarnazione del Verbo, il Figlio di Dio, nel suo grembo. Immacolata Concezione e divina maternità, due realtà congiunte tra loro. Possiamo pensare che Dio abbia voluto preservare dal peccato originale la Madonna, custodendola tutta pura fin dal suo concepimento, in vista che sarebbe diventata la madre del Signore. Il ‘Puro’ sarebbe nato da una madre pura, l’‘Immacolato’, da una madre immacolata.

Quella purezza e immacolatezza che caratterizzò Maria fin dal suo primo istante di esistenza, ella la conservò per tutta la vita. Maria non peccò mai, pur avendolo potuto fare; l’essere nata senza il peccato originale non la preservò automaticamente da ogni peccato personale. Maria era dotata di libertà, e tale libertà la esponeva ad essere ‘sì’ o ad essere ‘no’ a Dio, a seconda delle sue scelte e della sua volontà. Del resto, anche i nostri progenitori, nel paradiso terrestre, erano senza peccato originale, e tuttavia peccarono.

Maria fu immacolata sempre, un candore mai sfiorato da colpa; e sì che -lo possiamo ben pensare- Satana avrà cercato in tutti i modi di farla peccare e di renderla disobbediente a Dio; Satana tentò perfino Gesù, il Figlio di Dio! Chissà come si sarà allarmato il diavolo, quando capì che era venuta al mondo una creatura tutta di Dio, in piena comunione con lui, per nulla segnata dal male; cosa mai accaduta in millenni! E come avrà pensato e temuto che qualcosa di assolutamente nuovo, fuori del suo potere e del suo dominio, sarebbe potuto accadere (come di fatto accadde, con Maria e con Gesù); per cui contro di essi avrà cercato di mettere in atto tutte le sue arti più raffinate…

Maria ci sta davanti vittoriosa sul male, con il serpente sotto il suo piede; ci sta davanti tutta biancore, splendore e lucentezza, nel corpo e nell’anima, richiamo e invito per noi. E noi ci sentiamo avvinti e conquistati; quella purezza è nostalgia e desiderio dentro il nostro cuore. Fu lotta, per Maria, la purezza e la santità; e lo è anche per noi. Anche noi chiamati a combattere e a resistere al male, a Satana e al peccato; anche noi tensione verso una purezza grande e bella. Purezza nell’anima, con la virtù della fede, della carità, dell’umiltà; e purezza nel corpo, con la virtù della castità. Importante anche questa virtù -la castità- oggi tanto insidiata, e -parrebbe- non molto perseguita. Eppure, un’anima luminosa non può brillare attraverso un corpo opaco e lussurioso.

Abbiamo un aiuto. Maria, in una delle litanie lauretane, è detta ‘Torre d’avorio’, torre forte e sicura, mai espugnata da Satana. Riparàti e rifugiàti in quella torre noi siamo al sicuro, difesi dal male e dal Maligno; protetti da Maria. Con la preghiera a lei, noi entriamo in quella torre. ‘Maria, concepita senza peccato originale e mai vinta dal peccato, aiuta anche noi a non peccare’.

don Giovanni Unterberger

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